Terremoto e tsunami in Indonesia: causa e danni, cosa è successo
Terremoto e tsunami in Indonesia: causa e danni, cosa è successo
Brutte notizie in arrivo dall’Indonesia. Terremoto di magnitudo 7.5 sulla scala Richter seguito da uno tsunami sull’isola di Sulawesi. In particolare la scossa più forte è stata registrata nei pressi della località di Palu. Si tratta di una delle principali città indonesiane ed è situata nelle isole fra l’arcipelago del Borneo e le Molucche. Lo tsunami con onde alte che in almeno due città hanno provocato danni è stata una conseguenza dell’evento sismico. Oltre alla capitale dell’isola, Palu, è stata colpita anche la città di Donggala insieme ad altri villaggi sulla costa costieri. Al momento si parla di molti dispersi e diverse vittime anche se le notizie sono frammentarie.
Terremoto e tsunami in Indonesia, comunicazioni interrotte
Le comunicazioni con le zone più colpite sono interrotte a causa dell’assenza di elettricità. Sembra ci siano effetti nefasti sui territori costieri. Repubblica riporta le dichiarazioni di un funzionario dell’agenzia di crisi, Akris. ‘Molte case sono crollate. È successo mentre abbiamo ancora difficoltà a recuperare i dati dai nove villaggi colpiti dal primo terremoto’. ‘La nostra stima iniziale – ha aggiunto il funzionario – basata sull’esperienza, è che ha causato danni estesi da Palu verso nord a Donggala’.
Le difficili condizioni ostacolano anche la macchina dei soccorsi. Nella giornata di sabato 29 settembre si dovrebbe riuscire ad avere un quadro più chiaro della situazione. Con un bilancio più preciso relativo a eventuali vittime e dispersi.
Terremoto e tsunami in Indonesia, i precedenti
L’Indonesia è una zona soggetta e spesso colpita dalle forti scosse. Nel dicembre 2004 scosse telluriche di magnitudo 9.1 al largo di Sumatra provocarono uno tsunami che costò la vita ad oltre 200.000 persone. Più recentemente, tra luglio e agosto di quest’anno, sempre in Indonesia c’è stato un forte terremoto con tragiche conseguenze che hanno colpito la popolazione.
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