Legge di bilancio 2019: aumento Iva posticipato al 2020

Pubblicato il 6 Novembre 2018 alle 15:16 Autore: Giovanni De Mizio
Legge di bilancio 2019 aumento Iva posticipato al 2020

Legge di bilancio 2019: aumento Iva posticipato al 2020

Anche quest’anno l’aumento dell’IVA dovrebbe arrivare fra due anni. La legge di bilancio prevede infatti la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’IVA che avrebbero comportato l’aumento dell’imposta sui consumi a partire dal 2019.

Come quasi ogni anno negli ultimi tempi, gli aumenti sono stati differiti al 2020, in teoria anche in misura ridotta.

Legge di bilancio: quali saranno le aliquote nel 2019?

Le aliquote IVA, al momento sono tre: ce ne sono due ridotte al 4 e al 10% su alcuni beni e servizi di particolare interesse economico e sociale. La terza, quella ordinaria, è al 22%. Stando alla legge di bilancio, nel 2019 le aliquote dovrebbero rimanere fisse a questi livelli.

Senza alcun intervento, dal primo gennaio 2019 le aliquote sarebbero state, rispettivamente del 4%, 11,5% e 24,2%. La stessa legge di bilancio, però, prevede come da “tradizione” un aumento per gli anni successivi.

Salvo sterilizzazione, infatti, nel 2020 l’aliquota di mezzo salirà all’11,5%, mentre quella ordinaria salirà al 24,1% nel 2020 e al 24,5% negli anni successivi. Si tratta di un aumento leggermente inferiore rispetto al passato: a legislazione vigente (quindi escludendo l’attuale legge di bilancio, non ancora in vigore) l’aliquota IVA ordinaria sarebbe salita al 25% nel 2022.

La legge di bilancio 2019 prevede anche di sterilizzare gli aumenti di benzina e gasolio.

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Legge di bilancio: gli aumenti, comunque, restano

Le clausole di salvaguardia servono a garantire il rispetto dei vincoli di bilancio. Se ci dovesse essere uno scompenso non previsto fra entrate e uscite, le clausole (cioè gli aumenti IVA) entrerebbero automaticamente in vigore.

Per questa ragione i governi, da diversi anni a questa parte, passano gli ultimi mesi dell’anno a cercare un modo per bloccare questi aumenti automatici, racimolando le risorse necessarie a riempire il buco fra entrate e spese dello Stato nella successiva manovra. Anche la legge di bilancio 2019 non farà eccezione.

Fino al 2011, ovvero fino alla crisi dello spread e del debito pubblico, l’aliquota ordinaria era al 20%, e non sempre i governi sono riusciti a fermare gli aumenti automatici. Nel 2011 fu aumentata dal 21%, mentre nel 2013 salì all’attuale livello. Le aliquote ridotte, invece, sono rimaste ferme, e tali resteranno almeno fino al 2020. Salvo sorprese.

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