Ole Gunnar Solskjaer, il ritorno del dodicesimo uomo del Manchester United

Pubblicato il 19 Dicembre 2018 alle 17:02 Autore: Lorenzo Annis
Solskjaer Manchester United
Ole Gunnar Solskjaer, il ritorno del dodicesimo uomo del Manchester United

Quando il 19 maggio 2013 Sir Alex Ferguson ha dato ufficialmente l’addio alla panchina del Manchester United dopo quasi ventisette anni di onorato servizio, ci si aspettava un ridimensionamento. Concludere un’epoca del genere e ripartire subito sarebbe stato ovviamente tanto difficile. Ma non ci si aspettava che il processo di ridimensionamento fosse così tanto lungo.

David Moyes, Ryan Giggs, Louis Van Gaal e José Mourinho. Sono loro quattro ad aver guidato i red devils nelle ultime cinque stagioni e mezzo. Risultato? Un Manchester United mai al top. Nessuno ci era abituato, visti soprattutto i trentotto titoli dell’era Ferguson e le decine di super campioni passati per la Manchester tinta di rosso.

L’unico a portare una vittoria di prestigio è stato proprio Mourinho, fresco di esonero, che sulla panchina dello United – come titolo più importante – ha conquistato l’Europa League nella stagione 2016/2017, oltre ad una Coppa di Lega e una Community Shield.

Vittorie anche per Moyes (Community Shield) e Louis Van Gaal (FA Cup), ma è davvero troppo poco rispetto al passato. Basti pensare che in Champions League, il Manchester United non è mai andato oltre ai quarti di finale in questi ultimi anni.

La ricostruzione è dunque ancora in pieno atto. Ed ora a guidare il cantiere ci sarà Ole Gunnar Solskjaer.

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Ole Gunnar Solskjaer, l’uomo del destino del Manchester United

Una carriera da calciatore passata per due terzi al Manchester United quella di Ole Gunnar Solskjaer, il dodicesimo uomo per eccellenza dal 1996 al 2008. Ha vissuto appieno l’epoca d’oro sotto la guida di Sir Alex Ferguson, totalizzando 366 presenze e segnando 126 reti. 7 Premier League, 4 Community Shield, 2 FA Cup, 2 Champions League, 1 Coppa di Lega e 1 Coppa Intercontinentale l’ampio palmarés.

Solskjaer è l’uomo della memorabile vittoria nella Champions del 1999. Stadio Camp Nou, l’avversario è il Bayern Monaco. Minuto ’93, lo United ha pareggiato solo due minuti prima grazie ad un’altra leggenda, Teddy Sheringham. Calcio d’angolo dalla sinistra battuto da un certo David Beckham, spizzata di testa dello stesso Sheringham e Solskjaer, appostato sul secondo palo, come un rapace allunga la gamba battendo l’incolpevole Kahn, siglando così l’incredibile gol vittoria che riporta la coppa ai red evils dopo trentun’anni.

Ancora oggi quel match viene considerato uno dei più belli e spettacolari della storia del calcio e Solskjaer il suo protagonista principale. Quel biondo norvegese recordman dei gol dalla panchina nella storia dello United, ben 29.

Ora l’esame più difficile: traghettare fino a maggio una squadra sicuramente inferiore sul livello competitivo rispetto alle altre big di Premier League, ma non per questo spacciata su tutti i fronti. Fin qui per Solskjaer una modesta carriera da manager, che l’ha visto già passare in Inghilterra in sella al Cardiff nel 2014. Sarà solo un traghettatore, in attesa del prossimo grande allenatore che si siederà sulla panchina principale dell’Old Trafford. Anche se Zinedine Zidane insegna…

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L'autore: Lorenzo Annis

Nato il 1° luglio del 1996, è nel Termometro Politico dal 2017. Scrive prevalentemente di sport dividendosi tra pallone e pedali, le sue più grandi passioni sportive.
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