Frantic Kukkuni, giorno 14

Pubblicato il 9 Luglio 2019 alle 15:50 Autore: Nicolò Zuliani
Frantic Kukkuni, giorno 14

«Allora, ragazzi, il feedback dei lettori è ottimo» dice l’editore «Livello di engagement altissimo. Il nostro non dire niente ma dirlo bene paga, direi che mi merito un applauso.» La sala è percorsa da un battere di mani proporzionato al quantitativo di caffeina nel corpo degli articolisti. Sono le otto di mattina, Ennio è l’unico in cravatta, fuori la primavera fa capolino su Milano e gli altri giornalisti sono chini sul portatile.

«Citalopram, oggi che tragedie abbiamo in pentola?» fa il capo.
«Adolescenti suicidi, le correlazioni con il surriscaldamento globale e l’industria della carne.»
«Bellissimo, andata. Ciccilla?»
«La Puglia non è solo Caparezza.»
«Un articolo che non mancherà di stupire. Tu coi capelli fuxia?»
«Il maschilismo tossico di Bayside school.»
«Perfetto. Firillo?»

Firillo

La redazione china la testa ognuno sul proprio portatile, in attesa. Dopo pochi istanti risuona una salva di notifiche mail.

Oggetto della mail: la mia risposta
Testo: vorrei dire cosa si prova a essere donna.


«Ottimo, le donne adorano farsi dire come comportarsi dai gay. Oh, poi ci sarebbero le ultime dichiarazioni di Oliver Toscanelli, uno dei massimi esponenti dell’intelligenza italiana. Dice – cito – che anche un sessista diventa razzista anche quando la sua omofobia scopre il cambiamento climatico delle donne di Casapound nelle periferie. E sono sicuro che qui siamo tutti d’accordo con lui. Dopotutto, vi pago per esserlo.»
«Secondo me è solo un tizio qualsiasi che spara parole chiave a caso» dice una voce roca.

Sulla soglia della sala riunioni c’è il dottor Borghese, vestaglia e pigiama blu e bianco. Puccia una macina in una tazza di porcellana inglese. Alza la macina e accenna un sorriso.


«Dottor Borghese, non le hanno ancora sistemato il bagno?» fa il capo.
«No, no, il bagno è a posto. Non volevo mancare alla riunione.»
«Vuole scrivere qualcosa anche lei? Laurea in medicina, specializzato in otorinolaringoiatria… perché non mi fa un bel pezzo di Interior design?»
«A me piacciono le prostitute dell’est e il biliardo.»
«Hm, può funzionare. Me lo fa un long form di 15,000 battute dove racconta di quelle che si inseriscono tre palle da biliardo e poi le espellono con la sequenza numerica a richiesta?»
«Ah, lei intende la scuola di Praga. Io prediligo quella di Kiev, ma conosco bene.»
«Andata. Direi che per oggi è tutto, possiamo metterci al lavoro.»
Ennio alza la mano: «Ci sarebbe una cosa. Lei si ricorda che mi ha dato da fare un’inchiesta su quella serie di attentati avvenuti negli anni ’70 da parte di studenti estremisti.»

«Ah sì? Bene, bene. E come procede?»
«Ecco, io mi sono chiesto come mai oggi non succede. Voglio dire, è pieno di persone nei bar o in Internet che parlano di mettere bombe, di far fare una brutta fine a personaggi scomodi. Ma non lo fanno. La cosa più simile è stata il mattoide con le bombole del gas davanti alla scuola di Bari.»

«Ah, la mia Puglia…» sospira Ciccilla.
Il capo si toglie uno stivale da cowboy e lo usa per percuoterla. Lei subisce in silenzio: «Vai avanti, Ennio.»

Agguato di Santa Brigida

«Mi sono detto: se io volessi fare una roba tipo piazza Fontanella, o sparare al giornalista Baggio, prima di tutto avrei bisogno di armi. Dove me le procurerei? Ovvero: dove se le sono procurate, quella volta? Vado a vedere e scopro che provenivano dalla Cecoslovacchia, perlopiù. Ma quali contatti possono avere dei ragazzini con la Cecoslovacchia, cioè col blocco sovietico? O con gli USA? Non c’è Internet, non ci sono social, non c’è l’Erasmus, varcare i confini non è nemmeno garantito.»

«Bè, è risaputo che venivano qui a pazziare, spiare, KGB, CIA, mafia, servizi deviati, come la giri è figa.»
«Sì, ma io mi riferisco nello specifico ai Bravi Ragazzi.»

Bravi Ragazzi


«E tu documentati, fai, scrivi sui Bravi Ragazzi e l’omicidio Baggio. Adesso scusate, ho un altro impegno» dice il capo, poi spalanca la finestra e si getta nel vuoto. Un deltaplano con la tela che reca il simbolo di una runa celtica lo prende al volo in mezzo alla strada, poi riprende quota e sparisce tra i grattacieli di Milano. Tutte le teste dei giornalisti sono rivolte all’insù.

«Bisogna dire che sa uscire con stile» dice il dottor Borghese.
Tornano alla scrivania e si mettono a lavorare.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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