Il futuro è nelle STEM, le aziende non trovano abbastanza lavoratori di questi ambiti

Pubblicato il 1 Ottobre 2020 alle 15:28 Autore: Redazione
Foto dopo una seduta di laurea

Il futuro è nelle STEM, le aziende non trovano abbastanza lavoratori di questi ambiti

Forse, non tutti gli studenti sanno cosa si intende per lauree STEM: letteralmente Science, Tecnology, Engineering e Mathematic, sono quindi quelle prettamente scientifiche che, secondo i dati raccolti da Almalaurea sono le facoltà più richieste nel mondo lavorativo.

L’università Unicusano, basandosi su questo studio, ha preparato un’infografica sui laureandi più richiesti dal mercato del lavoro: tra i profili più ricercati tra i neolaureati, i primi posti sono occupati da coloro che hanno affrontato con successo il percorso di studi di facoltà scientifiche. Purtroppo, il numero di questi studenti è davvero basso in Italia: solo il 27% dei giovani sceglie una facoltà di Scienze, Tecnologia, Ingegneria o Matematica e solo l’1,4% dei laureati totale ha frequentato questi atenei. Eppure, dato che forse non tutti conoscono, il 23% delle aziende che cerca laureati STEM non ha trovato competenze adeguate per assumerli. Sulla carta quindi potrebbe essere una grande opportunità laurearsi in queste facoltà. Infatti per i profili scientifici ci sono a disposizione 1 milione di posti di lavoro, distribuiti nelle varie aziende sul territorio nazionale, e – come abbiamo visto – non vengono coperti dai laureati in circolazione oggi. Per questo, il 30% – quindi trecentomila – dei posti di lavoro sono destinati a rimanere vacanti a causa della carenza di candidati o di esperti nel settore tecnologico, scientifico e digitale.

Foto dopo una seduta di laurea
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Le competenze più richieste, quelle STEM ai primi posti

Inoltre, tra le competenze più richieste per un laureato di qualsiasi facoltà che si affaccia sul mondo del lavoro, ci sono proprio le competenze digitali: nel 93,6% dei casi è richiesto un ottimo uso del pc e nell’82,5% dei colloqui è richiesto di saper utilizzare linguaggi e metodo matematici e informatici. Ma c’è di più: se scorriamo un elenco dei 10 professionisti più difficili da trovare, vediamo che per ben 7 posti si tratta di professionisti STEM. Vedere per credere:

  1. Analisti e progettisti di software
  2. Insegnanti di lingua e di arti applicate
  3. Ingegneri chimici, petroliferi e dei materiali
  4. Ingegneri elettrotecnici
  5. Ingegneri energetici e meccanici
  6. Addetti stampa, social media manager, esperti
  7. Dirigenti generali nell’industria
  8. Progettisti e amministratori di sistemi informatici
  9. Tecnici di controllo di gestione e della produzione
  10. Ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni

A livello contrattuale, invece i contratti di lavoro a tempo indeterminato caratterizzano il 55,6% degli occupati STEM (46,4% per i non STEM), con significative differenze di genere (tra gli STEM, 62,5 contro 45,1%, rispettivamente per uomini e donne). Il lavoro non standard (in prevalenza contratti a tempo determinato) caratterizza il 15,9% degli occupati in lauree STEM (contro il 19,5% dei laureati non STEM) ed è diffuso prevalentemente tra le donne STEM (21,1 rispetto a 12,5% degli uomini). 

Per quanto riguarda l’aspetto retributivo, i laureati in discipline tecnico-scientifiche STEM dichiarano, in media, di percepire una retribuzione mensile netta pari a 1.571 euro (il 16,4% in più rispetto ai laureati non STEM, che in media guadagnano 1.350 euro). Tra gli STEM il divario uomini-donne permane elevato (+23,6%, a favore dei primi): 1.699 euro percepiti dagli uomini contro 1.375 euro delle donne. Il differenziale si conferma elevato in tutti i gruppi disciplinari, in particolare nei gruppi architettura dove supera il 20% ed economico-statistico dove sfiora il 18%.

Il gap di genere è ancora alto, specie per quanto riguarda le lauree del gruppo STEM. Nonostante questo la maggior parte dei laureati sentiti a cinque anni dal conseguimento del titolo è soddisfatta dell’esperienza universitaria e confermerebbe la scelta compiuta tanto in termini di corso che di ateneo. Il 71,9% dei laureati STEM ripeterebbero la scelta, contro il 68,1% dei laureati non STEM. 

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