Plus/Minus NBA: il bilancio delle semifinali

Pubblicato il 16 Maggio 2015 alle 12:09 Autore: Marco Minozzi

I playoff NBA si avvicinano ad ampie falcate alla finalissima, offrendo anche per queste semifinali di conference spettacolo e tantissimi spunti. Avevamo lasciato le squadre in trasferta che si erano portate sul 2-1 ribaltando il fattore campo e mettendo alle corde le favorite avversarie, ci ritroviamo con tre serie su quattro chiuse da tre vittorie consecutive delle squadre in svantaggio. La sola sfida che andrà a gara sette è nuovamente quella che vede protagonisti i Clippers, che si erano portati sul 3-1 salvo poi perdere le successive due e rimettere tutto in discussione per la “bella” di Houston. Vediamo però com’è andata nei dettagli.

Curry MVP anche in questa serie

Golden State (1)-Memphis (5) 4-2

Gli Warriors hanno perso per un attimo le certezze costruite in stagione dopo due pesanti ko consecutivi, ma hanno superato il primo vero scoglio di questi play off. Come ha detto il loro allenatore che di titoli vinti da giocatore se ne intende (3 a Chicago e 1 a San Antonio), ogni squadra che vuol vincere il titolo si trova in queste situazioni. La differenza sta proprio tra chi riesce a superarle e chi no. I giovani guerrieri sono stati bravi a non perdere la direzione tecnica che li aveva fin lì condotti al miglior record della stagione, Kerr e il suo staff hanno saputo pescare gli adattamenti giusti e al resto ci ha pensato l’MVP Curry, guidando la squadra anche con un Klay Thompson non al meglio. Memphis dal canto suo ha fatto probabilmente il massimo, mettendo più di un sassolino negli ingranaggi dei californiani ma non riuscendo a rispondere al ritmo che gli avversari sono riusciti ad imporre nel resto della serie. Un Conley visibilmente limitato dalla maschera e dall’infortunio (esclusa la gara del rientro) non ha aiutato di certo, ma l’impressione è che a questa squadra serva davvero qualcosa in più per diventare una contender vera per il titolo.

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MVP. Punto.

Ancora una gara 7

Houston (2) – Los Angeles C. (3) 3-3

Obiettivamente sembrava una serie finita. Sotto 3-1 Houston ha vinto in casa ma sembrava la classica vittoria di orgoglio e poco più, anche perché in gara 6 a Los Angeles i Clippers erano avanti di 19 nel secondo tempo, poi con Harden in panchina i texani hanno piazzato un parziale di 40-15 nell’ultimo periodo ribaltando partita e probabilmente serie. Adesso gara sette si sposta di nuovo in casa Rockets. Chiunque vinca potrà far gridare all’impresa, mentre la perdente dovrà di certo mangiarsi le mani per l’occasione sprecata. Pronostico difficile, ma l’inerzia della ora è tutta nelle mani di Harden e compagni. Servirà un Chris Paul a cinque stelle e un Griffin importante anche nei momenti chiave del quarto periodo per Los Angeles per provare a portarla a casa, mentre per Houston il punto interrogativo più grande resta la difesa. Se trovano il compromesso con Harden in campo allora vincono, altrimenti non sarà facile replicare un quarto da 29 punti combinati della coppia Josh Smith- Corey Brewer come in gara sei.

LeBron dominante decide la serie

Cleveland (2) – Chicago (3) 4-2

Chicago è la grande delusione di questa seconda fase. Vero che nonostante l’assenza di Gasol per tre partite i Bulls sono stati vicinissimi al 3-2, ma contro una squadra senza Love, J.R. Smith per le prime due gare e Irving e Shumpert in campo ma infortunati, ci si sarebbe aspettati davvero qualcosa di più, anche perché Rose ha giocato finalmente su livelli vicini a quelli che gli regalarono il titolo di MVP della stagione e Jimmy Butler è diventato ufficialmente una superstar su entrambi i lati del campo (i Lakers hanno dichiarato di essere pronti ad offrirgli il massimo salariale quando in estate diventerà free agent). I Cavs dal canto loro hanno dimostrato tenacia e sangue freddo nei momenti decisivi. Soprattutto LeBron ha fatto vedere perché per il titolo bisognerà fare i conti con lui anche quest’anno. Dopo il bellissimo canestro del pareggio di Rose in gara 4 in cui “The King” ha commesso un paio di errori gravi nel finale, i Cavs si sono trovati con 1.8 secondi per evitare un pericolosissimo supplementare allo United Center. Il canestro di James ha ridato il vantaggio del campo ai suoi ma anche molto di più. Come se non bastasse in gara cinque una sua stoppata in recupero su Rose ha impedito il pareggio dei Bulls nel finale. Nella sesta partita poi i tori si sono sciolti e anche senza Irving i Cavs hanno vinto agevolmente e passato il turno.

Non è bastato un Pierce incredibile

Atlanta (1) – Washington (6) 4-2

Serie bellissima nonostante i punteggi bassi. Atlanta è stata bravissima a vincere una delicatissima gara 4, ma in casa ha visto da vicinissimo la sconfitta. Un immortale Paul Pierce aveva infatti trovato l’ennesimo tiro decisivo da tre, dando ai suoi un punto di vantaggio nel finale. Il rimbalzo offensivo di Al Horford ed il successivo canestro rischiano di diventare il momento più importante del basket in Georgia sostanzialmente di sempre. A Washington comunque vanno tantissimi applausi, perché anche nell’ultima gara casalinga sono arrivati agli ultimi secondi punto a punto. Sotto di tre Pierce ha trovato il canestro del pareggio che solo l’instant replay ha annullato per un centesimo di secondo. Un finale amarissimo per una squadra e soprattutto un giocatore che hanno davvero commosso per costanza di rendimento e forza mentale nei momenti chiave, anche con Wall disponibile per le sole ultime due gare e certo non al meglio. Fossero passati gli Wizards non è blasfemo dire che Pierce sarebbe stato l’uomo copertina di questi playoff. È però andata diversamente. Ha vinto la solidità di Atlanta che ha saputo con merito rimontare da una situazione difficilissima. Vedremo se per battere James e soci sarà abbastanza.

Sempre qui, fra sette giorni, per scoprirlo.