Omicidio Rosboch: condannato a 30 anni Defilippi, la cassazione conferma

Pubblicato il 20 Dicembre 2019 alle 16:45 Autore: Isotta Ratti
Omicidio Rosboch: condannato a 30 anni Defilippi, la cassazione conferma

Insegnava francese e aveva 49 anni: Gloria Rosboch fu uccisa nel 2016 dopo essere stata vittima di una trappola. La sentenza sul suo assassinio è stata emessa e Gabriele Defilippi – ritenuto il responsabile dell’accaduto – dovrà scontare trent’anni di carcere.

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Omicidio Rosboch: cos’è successo

Era una fredda giornata di inizio anno quando la Rosboch uscì di casa per dirigersi all’istituto presso cui insegnava; in realtà la donna aveva un appuntamento con Gabriele Defilippi, suo ex studente. Stando a quanto dichiarano i fatti, Gloria avrebbe prelevato una grande somma dal conto bancario (pari a quasi 200 mila euro) e li avrebbe dovuti consegnare al ragazzo, in cambio della promessa di una svolta alla loro vita.

Probabilmente i due avevano una relazione, ma dopo che la Rosboch consegnò il denaro a Defilippi di lei non si ebbero più notizie. L’allarme della sua scomparsa fu dato dai genitori – con i quali viveva – che non vedendola più tornare a casa si erano allarmati. Dopo giorni di ricerche, il corpo della donna fu trovato senza vita nei pressi di una discarica del torinese.

Ciò che avrebbe spinto il ragazzo a compiere tale gesto fu l’aver perso il denaro che la Rosboch gli consegnò: a questo punto la donna avrebbe sporto denuncia, ma – essendosi trovato coinvolto in qualcosa più grande di lui – Defilippi pensò di metterla a tacere per sempre.

Il corpo fu ritrovato grazie alla confessione di un amico dell’assassino, tale Roberto Osbert, il quale indicò agli inquirenti dove cercare. Una volta rinvenuto, la polizia arrestò Defilippi, il primo nella lista dei sospettati. Durante un lungo interrogatorio, l’uomo confessò di essere l’assassino della Rosboch.

A distanza di tre anni, è arrivata la sentenza ufficiale che ha condannato Gabriele Defilippi come detto a 30 anni di carcere per l’omicidio Rosboch. Insieme a lui, sconteranno la pena anche sua madre e l’amico Osbert, considerati complici.

L'autore: Isotta Ratti

Classe 1998. Laureanda presso la facoltà di Scienze della comunicazione all'Università degli Studi di Pavia.
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