The Comeback Kid: Joe Biden ha bisogno del North Carolina per tenere testa a Sanders

Pubblicato il 2 Marzo 2020 alle 16:22 Autore: Domenico Maria Pellecchia

Le primarie del Partito Democratico statunitense che si terranno in North Carolina nel Super Tuesday del 3 marzo mettono in palio ben 111 delegati, rendendo il The Tar Heel State il terzo per numero di delegati in palio dopo la California (415) e il Texas (228).

Una vittoria nello Stato che da un ventennio ospita le grandi storie dei romanzi di Nicholas Sparks potrebbe infatti mettere una pezza in caso di sconfitta negli altri Stati chiave in gioco nel Super Tuesday, o viceversa contribuire a spianare la strada verso una nomination fortemente popolare, grazie al sistema proporzionale di allocazione dei delegati (con l’unico sbarramento al 15%).

Come si presenta al voto il North Carolina

Situato sulla east cost del Sud, il North Carolina rappresenta molto bene la sintesi dei diversi paesaggi statunitensi: tra la catena degli Appalachi e le coste delle Outer Banks, gli abitanti si dividono fra grandi città e villaggi di pescatori.

Il motto dello Stato, “First in Flight“, si riferisce alla storica impresa dei Fratelli Wright che nel 1911 volarono sopra la piccola cittadina di Kitty Hawk per la prima volta nella storia. 

La capitale è Raleigh, ma a differenza di molti stati americani non rappresenta la città più popolata della zona: a ospitare la maggior parte dei 10.611.862 abitanti sono le città di Maecklenburg (1.076.837), Wake (1.076.837) e Charlotte (827.097). La popolazione è aumentata di circa un milione di abitanti in soli 10 anni, e si stima che nel 2030 raggiungerà la cifra di 12.000.000 di abitanti. La città di New Bern è invece famosa per aver dato i natali alla celebre bevanda Pepsi, alla fine del 1800.

E’ il 28esimo Stato confederato per estensione superficiale, e la densità di popolazione pari a 196 abitanti per kilometro quadrato ne fa il 15esimo per densità popolativa. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale il North Carolina ha attraversato un periodo di rapido incremento dell’urbanizzazione grazie alla parallela crescita economica del commercio.

La popolazione della Carolina del Nord è rappresentata per il 69% da bianchi, mentre la comunità afro-americana è presente in misura comunque importante per essere uno Stato del sud con il 21.46% della popolazione. Le altre minoranze (asiatici, ispanici e nativi americani) si dividono quote tra l’1% e il 3%.

Economia: l’America dei produttori di Tabacco

L’economia della North Carolina si appoggia principalmente sulla lavorazione (e un tempo la produzione vera e propria) di tabacco, e sulla produzione delle patate dolci. Si stima che ogni anno vengano prodotti 4 miliardi di patate dolci destinate al commercio.

L’economia dello Stato ha saputo negli anni diversificarsi e accrescersi grazie al mercato del mattone e del settore tessile, due ambiti nei quali il North Carolina domina negli ultimi anni.

Nello Stato è presente la più larga riserva di pietre non-metalliche e di minerali degli Stati Uniti: il litio, in particolare, è il minerale più prodotto e commerciato.

L’economia del North Carolina può anche vantare un grande radicamento del tessuto ferroviario americano sul territorio, questo perché la sua posizione geografica gli consente di essere un privilegiato centro fra New York e la Florida, regioni con cui scambia, oltre che prodotti commerciali, milioni di persone ogni anno.

Il tasso di povertà nello Stato è del 15,4%. La fascia più esposta alla povertà è quella afro-americana (23,54%), seguita da quella ispanica e da quella nativa.

Il tasso di povertà di queste fasce è fortemente correlato al tasso di occupazione delle stesse, e solo quelli che ottengono un titolo di studio superiore al diploma di High School abbattono il tasso in misure maggiori.

Il livello di occupazione non è particolarmente alto: solo il 57,4% degli abitanti ha un impiego di qualsiasi tipo al momento del censimento di US Census, nel 2018. I programmi governativi di assistenza lavorativa in ogni caso sono particolarmente utili nello Stato e aiutano gran parte della restante popolazione, facendo rilevare un reale tasso di disoccupazione pari solo al 10,3%.

Dopo la South Carolina, Biden ha bisogno di un’altra schiacciante vittoria

Si è parlato molto delle somiglianze fra la piattaforma elettorale di Joe Biden, ex vicepresidente di Obama e candidato fino a poco tempo fa considerato il vero front-runner di queste primarie, e la ex first Lady e Segretario di Stato Hillary Clinton, che proprio quattro anni fa perse contro il Presidente Trump.

Dopo lo straordinario risultato di Biden nelle primarie in South Carolina, una nuova forma di somiglianza nasce spontanea, ma questa volta nei confronti dell’ex Presidente Bill Clinton.

Nella corsa alle primarie del 1992, infatti, l’ex Presidente arrivò alla tornata elettorale del New Hampshire con i risultati fin lì raggiunti molto deludenti, i quali lo spinsero, dopo un’inattesa vittoria in quello Stato, a definirsi “The comeback kid”, un soprannome che ancora si trascina dietro, e che diede la misura alla sua successiva corsa, che lo portò da sfavorito a front-runner nell’arco di due mesi.

Al momento i sondaggi attribuiscono un leggero vantaggio a Joe Biden che oscilla tra il 23 e il 25%, seguito da Sanders fermo tra il 23 e il 24% dei voti.

La vittoria in South Carolina di Biden però ha riacceso l’entusiasmo per una campagna elettorale apparsa troppo fredda e poco attrattiva fino ad ora.

Il dato che fa ben sperare Biden è l’eccezionale distacco ottenuto nella Carolina del Sud: l’ex vicepresidente infatti era dato vittorioso da molti sondaggi, ma nessuno di questi è stato in grado di rilevare l’enorme distacco da Bernie Sanders.

Un altro aiuto potrebbe giungere dal voto afro-americano che Biden sa gestire, mentre invece Sanders fatica ad ottenere negli Stati del sud.

Un’altra vittoria del genere nello Stato confinante potrebbe dare a Biden lo sprint verso altri risultati positivi negli Stati in cui si voterà a metà marzo, soprattutto dopo il ritiro di Steyer e, forse, degli altri candidati che stentano a decollare come Kloubachar e Buttigieg, contribuendo così ad un riposizionamento dei voti in favore del rappresentante moderato, cosa peraltro già cominciata dopo il ritiro di Steyer.

Il risultato che rilevano i sondaggi per Mike Bloomberg lo porrebbe in difficoltà: con il 16% dei consensi in uno Stato come il North Carolina, l’ex sindaco di New York avrebbe dovuto quantomeno contendere il primato a Biden per restare competitivo nel campo moderato che fa riferimento all'”electability“per battere Donald Trump.

Che si ritiri subito dopo il Super Tuesday? Non sarebbe uno scenario improbabile: se Biden dovesse cominciare ad attrarre i consensi di Buttigieg e della restante e spezzettata base moderata, al magnate della pubblicità non resterebbero molti Stati dove conquistare delegati importanti entro la fine di Marzo.

L'autore: Domenico Maria Pellecchia