Cedolare secca: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2024? (aggiornamento 31 OTTOBRE)

Pubblicato il 31 Ottobre 2023 alle 07:05 Autore: Guglielmo Sano

Cedolare secca: aumenta l’aggravio per gli affitti brevi

Cedolare secca: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2024? Ultime news

Ultime notizie Cedolare secca: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2024? (aggiornamento 31 Ottobre)

Cedolare secca: aumenta l’aggravio per gli affitti brevi. Con la Legge di Bilancio 2024 il Governo Meloni ha deciso di mettere mano alla cedolare secca. La percentuale applicata nel quadro della tassazione agevolata relativa all’affitto degli immobili è destinata a crescere. Di quanto potrebbe aumentare? In quali casi interverrà la modifica? Una panoramica delle ultime notizie sull’argomento.

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Cedolare secca: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2024?

Con la Legge di Bilancio 2024 il Governo Meloni ha deciso di mettere mano alla cedolare secca. D’altra parte, nelle ultime ore, pare che l’esecutivo abbia scelto di effettuare una parziale marcia indietro rispetto al piano preventivato. In pratica, come annunciato ormai da tempo, la percentuale relativa alla tassazione agevolata crescerà dal 21% al 26% ma soltanto in caso di affitti brevi, cioè di contratti con durata inferiore ai 30 giorni. Insomma, la crescita dell’aliquota alla fine non dovrebbe interessare tutti i proprietari di immobili che sfruttano la tassazione agevolata.

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In sostanza, l’aumento della cedolare secca peserà solo sui proprietari che, in breve, mettono a reddito il proprio immobile nel quadro di attività inerenti la ricezione turistica (casa vacanze, B&B e così via). Detto ciò, principalmente a seguito delle pressioni di Forza Italia, l’aggravio fiscale è stato limitato rispetto al piano iniziale. Infatti, non riguarderà la generalità degli affitti “brevi” ma dovrebbe scattare solo a partire dalla seconda casa affittata in poi.

Per essere ancora più chiari, il passaggio dall’odierno 21% al 26% sarebbe riservato solo a chi stipula contratti di affitto “breve” per due o più appartamenti nello stesso periodo di imposta. In sostanza, per chi possiede due appartamenti e ne utilizza uno come abitazione principale e l’altro come struttura ricettiva, di fatto, non cambierà nulla. Così come non cambierà nulla per chi possiede più proprietà ma ne utilizza solo una come struttura ricettiva nel corso di un singolo anno.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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