Trentunesima giornata – Ancora otto giornate alla fine

Pubblicato il 6 Aprile 2013 alle 16:44 Autore: Fabio Maneri

Sempre allo stesso orario, poi, torna in campo anche l’Inter di Stramaccioni, reduce dallo 0-2 di Marassi di mercoledì (ma senza l’infortunato Palacio, autore dei due gol messi a segno in quella sfida) che dovrà vedersela contro l’Atalanta di Colantuono, in grado di dormire sonni abbastanza tranquilli, trovandosi a 8 punti dal terz’ultimo posto.

Lunedì, infine, sempre alle 20.45, è il giorno del derby di Roma, che ritorna in posticipo serale dopo anni di obbligata e doverosa reclusione tra le sfide delle 15.00. I precedenti in casa giallorossa raccontano di 25 vittorie per i giallorossi e 13 per i biancocelesti, ma il risultato dell’anno scorso (2-1 per la Lazio, con gol di Hernanes e Mauri intervallati dal pareggio momentaneo di Borini) è servito alla Lazio per rompere un tabù che durava ormai da 13 anni, nei quali la Roma aveva portato a casa i tre punti in ben 8 occasioni, alternando le vittorie ai 4 pareggi.

Negli anni degli ultimi scudetti delle due squadre, però, la compagine che poi ha vinto il titolo non ha mai vinto il derby in casa giallorossa: nel 1999-2000, quando a fine stagione capitan Nesta sollevò il trofeo, la sfida terminò con un 4-1 giallorosso, con le doppiette di Delvecchio e Montella e la rete laziale di Mihajlovic. L’anno successivo, quando sarà Totti ad alzare il trofeo, la sfida, che sembrava incanalata verso una vittoria giallorossa con le reti di Batistuta e del solito Delvecchio, vide un recupero laziale negli ultimi minuti grazie alle reti di Nedved e Castroman, che portarono il risultato al 2-2 finale.

Storico, per i tifosi biancocelesti, il derby del 1974, l’anno in cui, sul risultato di 1-1, Giorgio Chinaglia, giocatore simbolo di quella Lazio, siglò l’1-2 che volle dire primato cittadino e scudetto sempre più vicino (scudetto che, puntualmente, arrivò). Ma del gol, anche a Roma, si ricordano in pochi. Quello che rimase fu il gesto, con Chinaglia col sorriso sul viso e il dito indice puntato, in segno di derisione, verso la curva avversaria, che lo aveva preso di mira per tutta la durata del match. Oggi, quell’immagine, è ancora simbolo del derby per i tifosi biancazzurri, quanto la maglia di Totti con la scritta “vi ho purgato ancora”dopo il 3-1 del ‘98-‘99 lo è per quelli giallorossi. Ma il derby romano è sempre una partita a parte, con i suoi aneddoti e le sue leggende raccontate e da raccontare, cui continuano, ogni anno, ad aggiungersene di nuove.