USA2020, l’Arizona è un target dem per il Senato

Pubblicato il 1 Novembre 2020 alle 16:31 Autore: Riccardo Izzo

Nella corsa per il controllo del Senato ci sono due sfide che sono dei “must-win” per i Democratici.

I due obiettivi più realizzabili e che vanno assolutamente vinti per potersi garantire una possibilità di conquistare la maggioranza alla Camera Alta sono Arizona e Colorado. Entrambi i seggi sono controllati da backbencher Repubblicani, ovvero Senatori di recente introduzione e con poca anzianità di servizio.

Background

L’Arizona, il “The Grand Canyon State”, è uno stato storicamente conservatore che però negli ultimi anni ha visto modificarsi la propria demografia e diventare via via sempre più moderato. Pur essendo sempre stato vinto da candidati presidenziali Repubblicani (con l’eccezione della vittoria democratica di Bill Clinton nel 1992), si è passati da margini di vittoria notevoli come quelli di Reagan e Bush Senior, a margini ben più risicati come quello di Donald J. Trump nel 2016, quando ha battuto la sfidante Hillary Clinton con solo quattro punti di margine (48-44).

La tendenza a diventare sempre più “progressista” sembrerebbe confermata in questo 2020 dato che, a livello presidenziale, molti sondaggi vedono addirittura Joseph R. Biden in vantaggio. Questa netta modifica nell’identikit degli elettori in Arizona è dovuta principalmente a due fattori: la presenza di una forte popolazione ispanica di origine prevalentemente Messicana (l’Arizona confina col Messico) e l’arrivo di studenti e giovani adulti dalla vicina California, anche a causa dei costi della vita ben più ridotti rispetto al loro stato natio.

Interessante è in particolare una analisi dell’elettorato ispanico che, pur essendo meno sbilanciato verso i Democratici rispetto all’elettorato Afroamericano, è molto diviso a seconda dell’etnia di origine: mentre gli ispanici di Cuba tendono a favorire i Repubblicani e quelli di Puerto Rico si dividono grossomodo a metà, i Messicani tendono a favorire in gran parte i Democratici anche grazie alle politiche più inclusive sulla gestione del confine.

Per quanto riguarda il seggio Senatoriale invece vale la pena porre l’attenzione sul fatto che questo è lo scranno che per anni è stato di uno dei più noti Senatori del paese, John McCain.

McCain è deceduto nel 2018 a causa di un brutto male e, come da regole statali, il Governatore Repubblicano Doug Ducey ha nominato come suo sostituto l’attuale Senatrice, ed ex veterana, Martha McSally. Ci sono due cose però da considerare.

Innanzittutto il fatto che McCain fosse il “Maverick” per eccellenza ovvero un Senatore moderato molto conosciuto per intrattenere rapporti e negoziare sia coi Repubblicani che coi Democratici. McCain era anche un oppositore della visione del Partito Repubblicano del Presidente Donald J. Trump; McSally è esattamente il contrario di tutto questo.

La seconda cosa da considerare è invece come McSally abbia una storia elettorale non esattamente esaltante.

I candidati

Ma vediamo chi sono i candidati. Abbiamo già parlato di Martha McSally e detto come abbia un profilo politico ben diverso da quello dell’Ex Senatore John McCain. A differenza di quest’ultimo infatti, McSally è una Senatrice decisamente più conservatrice: si trova molto d’accordo con le politiche di Donald J. Trump, a partire da quelle sul porto d’armi e l’immigrazione e, benchè questo sia apprezzato da molti elettori conservatori ancora presenti in Arizona (quelli, per intenderci, che per anni hanno eletto Joe Arpaio sceriffo della contea di Maricopa), sono posizioni osteggiate da giovani, ispanici e moderati. Martha McSally di per sè avrebbe anche il profilo adatto ad una elezione Americana (una ex veterana di guerra che ha deciso di offrire il suo servizio alla politica) ma è proprio questo suo essere “in linea” col partito, e non una voce libera, che potrebbe costarle caro. Aggiungiamo poi il fatto che McSally era già stata candidata dai Repubblicani solo due anni fa per l’altro seggio Senatoriale dello Stato, perdendo di misura contro la Senatrice Democratica moderata Kyrsten Sinema. Nonostante la sconfitta, è ora ricandidata.

Il candidato Democratico per il seggio è invece uno dei nomi più forti del partito nella nazione. Mark Kelly è un personaggio molto in vista non solo politicamente, ma anche nella comunità scientifica, essendo un ex astronauta della NASA che ha partecipato a numerose missioni nel ”outer space”. Oltre ad essere un profilo molto adatto allo stato dell’Arizona, Mark Kelly è inoltre il marito dell’ex deputata Democratica Gabby Giffords, che ricorderete esser stata vittima di un attentato durante un comizio elettorale nel 2011 e da allora è una militante per il controllo sulle armi.

Non esistono altri candidati degni di nota, se non per alcuni write-in che però non sembrano poter avere un impatto su questa sfida.

Cosa dicono gli ultimi sondaggi

I sondaggi per questa sfida sono stati, durante numerosi mesi, decisamente stabili. L’Arizona sembra praticamente “già vinta” per i Democratici dato che tutti le rilevazioni vedono Mark Kelly in netto vantaggio su Martha McSally.

I Democratici avvertono tuttavia che nulla è sicuro in quanto Donald Trump è ancora molto competitivo in questo “purple state” e che quindi questo potrebbe favorire McSally, nonostante lei sia decisamente più impopolare del Presidente fra i conservatori dell’Arizona.

Secondo il modello di Nate Silver, Kelly ha circa l’81% di possibilità di vittoria. Sia il vantaggio nei sondaggi che le sue possibilità di vittoria sono leggermente scese rispetto a qualche settimana fa, segno forse di un consolidamento del voto Repubblicano.

Kelly è tuttavia una figura decisamente popolare e sarà molto difficile per McSally recuperare l’intero svantaggio.

L’Arizona è un seggio LIKELY DEM.