La Svezia e le elezioni: sondaggi, indecisi e frenesia

Pubblicato il 11 Settembre 2014 alle 09:38 Autore: Antonio Scafati

Un pizzico di speranza da una parte. Qualche timore dall’altra. E tanta frenesia. Domenica in Svezia gli elettori saranno chiamati a rinnovare il Parlamento. Il blocco rosso-verde è in vantaggio ma la distanza rispetto al governo di centrodestra va restringendosi. L’esercito degli indecisi ha in mano il destino del paese.

In Svezia sono tanti infatti coloro che non sanno ancora a chi affidare il proprio voto: forse non sono abbastanza da consentire al centrodestra di rimontare, ma di sicuro abbastanza per mettere in difficoltà i Socialdemocratici, grandi favoriti per la vittoria finale e ora sempre più preoccupati per un esito elettorale che potrebbe regalare loro una situazione parlamentare complicata da gestire.

Un sondaggio pubblicato nel fine settimana ha mostrato che esiste l’ipotesi che 135.000 voti prendano all’ultimo momento la strada che porta al centrodestra. In quel caso, per i Socialdemocratici potrebbe diventare realtà l’incubo degli ultimi giorni: dover mettere su un governo di minoranza con numeri molto risicati.

Secondo alcuni sondaggisti, il divario tra i due blocchi è ora intorno ai cinque punti: protagonisti della risalita sono i piccoli alleati del Partito dei Moderati del premier Reinfeldt, che fino a pochi giorni fa viaggiavano su percentuali di consenso molto basse.

Reinfeldt

Reinfeldt

Photo by Bengt NymanCC BY 2.0

A questo punto, considerati i numeri e considerato il trend, per qualche analista una vittoria del centrodestra non è da escludere. Secondo altri, difficilmente il governo salirà più di così visto che la fetta degli indecisi si sta assottigliando e coloro che ancora non hanno una posizione sono per lo più vicini alla sinistra.

Ecco spiegata la frenesia degli ultimi giorni di campagna elettorale. Tutti i partiti della Svezia sono impegnati nel cercare di catturare qualche voto in più. I Verdi promettono di concentrare i loro sforzi sulla lotta al cambiamento climatico, sull’infanzia e sulla scuola. L’istruzione, tema già caldo di questa campagna elettorale, sta assumendo un ruolo sempre più centrale. Il centrodestra ha proposto tra le altre cose di vietare agli studenti di portare i telefoni cellulari in classe.

I Socialdemocratici sono impegnati nell’intavolare un dialogo con i Verdi e nel battere palmo a palmo la Svezia. Il leader del partito, Stefan Löfven, mostra ottimismo sulla vittoria finale ma non nasconde che il lavoro che lo attende potrebbe essere molto più duro di quello immaginato solo poche settimane fa, quando si guardava questa tornata elettorale con tanto ottimismo.

La situazione è molto più tranquilla al di là del Golfo di Botnia: in Finlandia si tornerà alle urne l’anno prossimo. Si votasse oggi, però, a vincere sarebbe il Partito di Centro, attualmente all’opposizione.

I centristi otterrebbero il 21,3 per cento dei voti e per pochi decimali si metterebbero alle spalle il Partito di Coalizione Nazionale del primo ministro Alexander Stubb, coronando una rincorsa che va avanti da mesi e che già da un po’ li vede impegnati in un testa a testa.

Dietro c’è il Partito dei Finlandesi, anti immigrazione e anti euro, ormai saldamente in terza posizione con il 17 per cento dei voti virtuali. I Socialdemocratici restano invece nelle retrovie, nonostante abbiano guadagnato qualcosa nelle ultime settimane: 15,8 per cento. Segno che la crisi di consensi non è ancora passata dalle parti della sinistra.

Immagine in evidenza: photo by Trausti EvansCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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