Legge Stabilità, duro scontro tra Regioni e Governo. Renzi si infuria “Fate i tagli”

Pubblicato il 16 Ottobre 2014 alle 12:06 Autore: Giuseppe Spadaro
manovra legge di stabilità

Numerose le reazioni alla legge di stabilità approvata ieri dal Consiglio dei Ministri. Tra i primi interventi, a commento della manovra, arriva l’intervento di Sergio Chiamparino nelle vesti di presidente della conferenza Stato-Regioni Sergio Chiamparino.

“A Matteo rispondo senza problemi: quattro miliardi di tagli per le Regioni sono davvero tanti, sentendo i miei colleghi non vedo proprio tutti questi margini” per scongiurare un aumento delle imposte. In un colloquio con La Stampa, il presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, risponde così al premier Renzi che presentando i tagli previsti dalla legge di Stabilità ha chiesto un ‘piccolo sforzo alle Regioni’, sottolineando di ritenere difficile l’ipotesi che Chiamparino, definito dal premier ‘un grande riformatore’, possa aumentare le tasse.

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LA RIVOLTA DELLE REGIONI  – “A Renzi dico che nessuno vuole aumentare le tasse, anzi. Ma ci sono limiti di tolleranza oltre i quali non si può andare“. Il taglio per quattro miliardi, continua il governatore, “per cominciare, significa azzerare l’aumento del Fondo nazionale della Sanità nel 2015: se andrà bene, manterremo quello di quest’anno. Poi ci saranno da recuperare altri due miliardi”. E sottolinea: “Altro che ridurre le tasse, sarà un miracolo se riusciremo a non aumentarle. Temo sarà difficile evitarlo. La manovra è insostenibile per le Regioni, a meno di non incidere sulla spesa sanitaria”.

Duro il commento “Renzi ci offende – ha detto  Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Piemonte, nonché renziano della prima ora – perché ognuno deve guardare ai suoi sprechi, e mi chiedo: nei ministeri forse non ce ne sono?”. E Nicola Zingaretti, presidente del Lazio, di rincalzo: “Sprechi? Noi stiamo già tagliando e meglio del governo. Speriamo che questi sforzi non vengano vanificati”.

 

E ancora: “Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l’elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità”. Chiamparino arriva a minacciare pure le dimissioni: “Piuttosto che aumentare l’Irap lascio l’incarico: aumentarla sarebbe dare colpo mortale all’economica. Facciamo un ragionamento che sia ragionevole. Noi non vogliamo succhiare sangue al contribuente”.

Invito raccolto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. “Sono in corso anche oggi e in questi giorni tavoli di lavoro del governo con le Regioni, in uno stile che abbiamo portato avanti e intendiamo continuare a mantenere. La legge di stabilità prevede in questo senso di proseguire in un patto di autonomia e responsabilità, tra governo centrale e regioni, per i cittadini e la soluzione dei problemi dei territori”. Ma il fronte delle Regioni è caldo. Anche il governatore del Lazio, Zingaretti, critica la legge di stabilità. “Semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblabbiamo ica dettati dall’Ue, a finanziare scelte che non preso noi ma il governo”. Gli fa eco la collega dell’Umbria, Catiuscia Marini, “Da presidente di Regione io non metterò nessuna tassa per conto di altri”.

LA RISPOSTA DI RENZI – A loro risponde con tre tweet il premier. “Una manovra da 36 miliardi e le Regioni si lamentano di 1 in più? Comincino dai loro sprechi anzichè minacciare di alzare le tasse #noalibi”. “Tagliare i servizi sanitari è inaccettabile. Non ci sono troppi manager o primari? è impossibile risparmiare su acquisti o consigli reg.?”. Il premier accoglie la richiesta di incontro ma promette: “Incontreremo i presidenti di regione. Ma non ci prendiamo in giro. Se vogliamo ridurre le tasse, tutti devono ridurre spese e pretese”

 FASSINA (PD) “NON È MANOVRA DI SINISTRA” – I tagli alla spesa sociale “non sono sostenibili e quella parte va corretta”. Il deputato Pd Stefano Fassina, intervistato da Repubblica, commenta così la legge di Stabilità approvata dal Consiglio dei ministri. “Sono tagli insostenibili, non si chiedono alle Regioni ma alle famiglie per le mense scolastiche; si chiedono ai pendolari che utilizzano il trasporto pubblico; alle persone che hanno bisogno di assistenza; agli studenti che avevano le borse di studio. Si chiedono alle mamme e ai papà per gli asili nido dei figli. Significano anche minori prestazioni nella sanità”. E sottolinea: “i tagli previsti per gli enti territoriali e per lo Stato colpiscono i servizi fondamentali”. Per l’ex viceministro all’Economia del governo Letta, “novità positive sono sul fronte della riduzione delle imposte. Ma il segno espansivo della manovra che già sulla carta era modesto rispetto alla gravità della situazione del paese e con i tagli pesanti alla spesa, viene cancellato”. E al giornalista che sottolinea come, secondo Renzi, è la manovra più di sinistra che si potesse fare Fassina dice:”no, non lo è. È una manovra che, unita all’intervento sul mercato del lavoro, sta nel solco del mercantilismo liberista che ha portato l’Europa a una recessione sempre più grave”.

GOZI “UE SIA COERENTE CON IMPEGNI PRESI”  – “Siamo convinti che le scelte adottate siano giuste nell’interesse dell’Italia e dell’intera zona euro”. Il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi torna così sulla legge di Stabilità e, in un’intervista al Mattino, si sofferma anche sulla trattativa che si apre ora con Bruxelles: “l’Europa deve essere coerente con gli impegni politici scelti, che ora pongono la crescita al centro delle decisioni con il massimo uso possibile della flessibilità. Gli impegni presi qualche mese fa servono per una nuova impostazione politica”. E alla domanda se tema in qualche modo il giudizio Ue risponde: £se arriveranno obiezioni ne parleremo e agiremo di conseguenza. È evidente che anche la commissione entrante avrà per forza di cose un ruolo chiave in queste procedure”.

WSJ “ITALIA RISCHIA ROTTA COLLISIONE CON UE” – Il governo Renzi “ha presentato una legge di bilancio per il 2015 che potrebbe portare l’Italia, assieme alla Francia, in rotta di collisione con i vertici dell’Unione europea”: è quanto scrive il Wall Street Journal, spiegando che la manovra prevede “un livello di deficit più alto per un periodo più lungo di quanto promesso in precedenza”.

CAMUSSO (CGIL) “CON TFR IN BUSTA PAGA AUMENTA TASSAZIONE” – Avere il tfr in busta paga “è una scelta che deve essere volontaria del lavoratore. Quello che abbiamo capito finora sulla manovra è che sarà una perdita per i lavoratori perché perdono la tassazione separata e quindi determinano un incremento della tassazione e non una riduzione”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso oggi a Cosenza.  “Mi pare che la legge di stabilità non risponda alla vera emergenza del Paese che è quella di creare lavoro e dare risposte all’occupazione” ha aggiunto Camusso. “Verso il 25 ottobre: Nord e Sud insieme per il lavoro, l’equità e la dignità”. “La televendita del Presidente del Consiglio è l’ultima prova dell’incapacità di cambiare” attaccano infine Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa  denunciando “tagli lineari scellerati, che mettono in ginocchio i servizi pubblici: il risultato sarà un’altra ondata di tasse locali”.

FURLAN (CISL) “IRAP E BONUS 80 EURO COSE POSITIVE” – Nel ddl di stabilità ci sono “alcune cose positive”, dalla decontribuzione per tre anni per i neoassunti a tempo indeterminato, la conferma del bonus di 80 euro e il taglio della componente lavoro dell’Irap. Lo ha detto il numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, a Radio anch’io. Furlan ha chiesto l’estensione del bonus anche ai pensionati.

SALVINI “È PRESA PER IL XULO, SOLO SLIDES”  – “La manovra è una presa per il xulo di dimensioni planetarie. Ma stiamo commentando delle slides, dei fumetti”. Lo ha detto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, commentando la legge di stabilità “Non ci sono soldi per le forze ordine e soprattutto – ha aggiunto alla presentazione della manifestazione sull’immigrazione in programma sabato – c’è il massacro alle Regioni e ai Comuni, con un taglio lineare a tutti. Più che una manovra è una processione funebre”.

LANDINI “MI VIENE IN MENTE CETTO LA QUALUNQUE” – “La manifestazione di sabato 25 ottobre è solo l’inizio: dopo si andrà sicuramente anche verso lo sciopero generale perché le ragioni che hanno portato la Cgil ad annunciare la manifestazione sono ancora più confermate”. Lo ha sottolineato oggi a Bari il segretario della Fiom Cgil, Maurizio Landini. Per il segretario della Fiom Cgil, Maurizio Landini, «questa idea che, pur di lavorare, bisogna accettare qualsiasi condizione, cioè di essere licenziato, di essere precario, di prendere meno, a me fa venire in mente il comico Antonio Albanese” che interpreta il politico ‘Cetto La Qualunque'”. “Qui – ha detto parlando con i giornalisti a Bari – sta passando l’idea di un lavoro qualunque che uno dovrebbe accettare per sopravvivere”. “Questa – ha concluso – è una cosa che ci fa tornare all’Ottocento e che non risolve le disuguaglianze”.

BRUNETTA “È ELETTORALE, TEMO URNE IN ARRIVO”  – “È una manovra elettorale. Va bene che a pensar male si fa peccato, ma talvolta non si sbaglia; e io comincio a pensare male”. Lo ha detto parlando con i cronisti a Montecitorio, Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. “Temo che si avvicinino le elezioni – ha aggiunto – ma spero che i cittadini italiani capiscano il giochino di Renzi e non si comportino come alle elezioni europee” del maggio scorso.

FAZ, RENZI ABBASSA TASSE E NON PENSA A FUGA CAPITALE – “L’Italia rischia il conflitto sulla politica di bilancio”. È il titolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung sulla manovra annunciata ieri da Matteo Renzi. In un commento di Tobias Piller, si sottolinea poi che “Renzi genera dubbi fra gli investitori”. Se negli ultimi due mesi sono stati ritirati 67 miliardi di euro dall’Italia (una fuga di capitale maggiore ci fu solo nella crisi di fiducia nel 2011) Renzi “non se ne preoccupa. Trova più popolare fare felici gli elettori con l’annuncio di tasse più basse, e aumenta il deficit”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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