Proteste Hong Kong: il movimento si spacca

Pubblicato il 2 Dicembre 2014 alle 15:32 Autore: Guglielmo Sano

Il movimento che da fine settembre protesta per le strade di Hong Kong è a un momento di svolta. Dopo due mesi di manifestazioni lungo le vie più importanti dell’ex colonia britannica, il fronte pro-democrazia si è spaccato. I fondatori del movimento Occupy Central hanno deciso di consegnarsi alla polizia e nello stesso tempo hanno invitato gli studenti a far cessare occupazioni, cortei e sit-in. L’invito non è stato raccolto dalla folta base universitaria del movimento, anche se la forza della protesta sta scemando a causa dell’intransigenza del governo di fronte alle richieste dei manifestanti.

Occupy Central si ritira

Benny Tai, Chan Kin-man e Chu Yiu-ming nel 2013 hanno fondato Occupy Central, movimento di protesta che continua a chiedere l’introduzione di una serie di riforme che garantiscano un autentico suffragio universale in vista del rinnovo dell’esecutivo nel 2017. Le manifestazioni di questi mesi, però, hanno visto trionfare l’ala più radicale del movimento rispetto a quella non-violenta rappresentata proprio da Benny Tai e dai suoi sodali. Quindi questi ultimi, con una conferenza stampa congiunta, hanno annunciato che domani alle 3 di pomeriggio si consegneranno alla polizia. “La resa non è una segno di viltà – ha commentato Benny Taiil nostro non è un fallimento ma la denuncia dell’indifferenza del governo”.

proteste hong kong benny tai

Gli scontri sempre più violenti con la polizia evidenziano l’indisponibilità delle autorità di Hong Kong e di Pechino di scendere a compromessi. “Dobbiamo permettere al movimento di mettere radici profonde nella nostra comunità” allontanandoci dalla strade “ormai divenute pericolose per la nostra gente” e recuperando il nostro intento originario “di amore e di pace” ha detto Benny Tai che ha poi invitato gli studenti a seguire lo stesso percorso di Occupy e ritirare i presidi nel centro di Hong Kong.

La scelta degli studenti

Secondo Tai, la protesta deve passare a un altro livello, deve cambiare linguaggio e soprattutto deve prepararsi a una lunga lotta. In breve, il movimento deve trasformarsi in modo da poter affrontare una “guerra di trincea”. “Non stiamo abbandonando i nostri compagni – ha spiegato Tai li stiamo solo sollecitando a comprendere che la lotta per la democrazia sarà lunga, per questo abbiamo bisogno di ritrovare le energie per continuarla”.

I gruppi studenteschi reduci dagli scontri di ieri, forse i più duri dall’inizio delle proteste, hanno rifiutato di aderire all’invito dei fondatori di Occupy Central. Joshua Wong, leader di Scholarism, contestualmente ha annunciato che inizierà uno sciopero della fame che non terminerà se non quando verrà ricevuto dalle autorità. “Rispettiamo la decisione dei fondatori di Occupy Central, ma continueremo a restare qui e a fare lo sciopero della fame fin quando il governo non accetterà di parlare con noi” ha riferito Wong a chi gli chiedeva di commentare le parole di Benny Tai.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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