Napolitano lascia e M5S e Lega festeggiano

Pubblicato il 3 Gennaio 2015 alle 09:29 Autore: Felice Tommasino
dimissioni napolitano

Addio Napolitano nel suo ultimo discorso da Presidente della Repubblica. Un addio annunciato, quello di Napolitano, divenuto ufficiale nel discorso di fine anno del Capo dello Stato: “Sto per lasciare le mie funzioni, rassegnando le dimissioni”. Un’ipotesi, come da lui stesso sottolineato, prevista dalla Costituzione. Una scelta non facile arrivata dopo “avere negli ultimi tempi toccato con mano come l’età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell’esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonché del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai padri costituenti al Capo dello Stato”. Un passo indietro che dunque Napolitano non compie di certo a cuor leggero, ma che lui stesso ritiene necessario.

“Una prova di maturità e responsabilità” attende le forze politiche”

Un passo in avanti dovrà invece essere compiuto dalle forze politiche: “Si preparino serenamente alla prova dell’elezione del nuovo Capo dello Stato” ha detto Napolitano. Aggiungendo poi: “Sarà quella una prova di maturità e responsabilità nell’interesse del Paese, anche in quanto è destinata a chiudere la parentesi di un’eccezionalità costituzionale”. Mai nessun Presidente della Repubblica è stato infatti eletto una seconda volta. “È positivo che ora si torni, per un aspetto così rilevante, alla normalità costituzionale, ovvero alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni, compresa la Presidenza della Repubblica”. La disponibilità ad essere rieletto data da Napolitano nell’aprile del 2013 dopo le elezioni era arrivata in “un momento di grave sbandamento e difficoltà post-elettorale”. Ed ha rappresentato “un passaggio determinante per dare un governo all’Italia, rendere possibile l’avvio della nuova legislatura e favorire un confronto più costruttivo tra opposti schieramenti politici” come lo stesso Napolitano ammette.

Secondo mandato solo per le riforme

Un’eccezione dunque giustificata dall’obiettivo delle riforme. Una strada tutt’altro che in discesa, ma che “è stata intrapresa, l’auspicio espresso nel messaggio di fine anno 2013 si è realizzato”. Proprio nel discorso del 31 dicembre 2013, Napolitano aveva detto: “Spero di poter vedere nel 2014 almeno iniziata un’incisiva riforma delle istituzioni repubblicane”. Ed è stato lui stesso a ricordarlo, sottolineando come sia “innegabile che quell’auspicio si sia realizzato. E il percorso va, senza battute d’arresto, portato a piena conclusione”.

“Velleitario e pericoloso è l’appello al ritorno a monete nazionali”

Napolitano ha poi parlato dell’Europa: “L’Italia ha colto l’opportunità del semestre di presidenza del Consiglio Ue per sollecitare un cambiamento nelle politiche dell’Unione che accordi la priorità a un rilancio solidale delle nostre economie. Tra breve il Presidente del Consiglio Renzi tirerà le somme dell’azione critica e propositiva svolta a Bruxelles”. Ma la questione centrale resta la crisi economica: “Credo sia diffuso e dominante l’assillo per le condizioni della nostra economia, per l’arretramento dell’attività produttiva e dei consumi, per il calo del reddito nazionale e del reddito delle famiglie, per l’emergere di gravi fenomeni di degrado ambientale, e soprattutto per il dilagare della disoccupazione giovanile e per la perdita di posti di lavoro”. Napolitano ha ammesso: “Dalla crisi mondiale in cui siamo precipitati almeno dal 2009 nemmeno nell’anno che oggi si chiude siamo riusciti a risollevarci. Parlo dell’Europa e in particolare dell’Italia”. Ma ha anche aggiunto “nulla di più velleitario e pericoloso può invece esservi di certi appelli al ritorno alle monete nazionali attraverso la disintegrazione dell’euro e di ogni comune politica anti-crisi”.

Un ampio passaggio del discorso Napolitano lo ha riservato alle note dolenti come la “criminalità organizzata, l’economia criminale, la corruzione” ultimamente evidenziate dall’inchiesta Mafia Capitale. Contro tutto questo il Capo dello Stato ha voluto lanciare il suo allarme.

addio napolitano

L’elogio agli italiani valorosi

E mentre sul blog di Beppe Grillo viene lanciato l’appello “Non lasciamo occupare lo spazio pubblico a italiani indegni”, Napolitano compie l’elogio di italiani come Samanta Cristoforetti e Serena Petricciuolo. La prima è l’ormai nota astronauta, la prima italiana nello spazio, l’altra è un ufficiale della guardia costiera che nella notte di Natale ha aiutato una profuga nigeriana a partorire sulla nave Etna. Una citazione la meritava e l’ha ottenuta anche il medico italiano di Emergency ammalatosi di ebola in Sierra Leone, che il Capo dello Stato si è limitato a chiamare “Fabrizio”.

Il monito agli italiani: “Mettiamocela tutta”

Dall’esempio dato da questi, Napolitano ha voluto lanciare il suo monito a tutti gli italiani: “Da ciascuno di voi deve arrivare un impulso importante per il rilancio e il futuro dell’Italia” perché, ha spiegato il Presidente della Repubblica “dal modo in cui reagiamo alla crisi e alle difficoltà nasceranno nuove prospettive di sviluppo su cui dobbiamo puntare, dall’alto e dal basso”. E ancora: “Più si diffonderanno senso di responsabilità, senso del dovere, senso della Costituzione e della nazione, più si potrà creare quel clima di consapevolezza che animò l’Italia post bellica e rese possibile la grande trasformazione del paese”. Ha poi concluso: “Mettiamocela tutta con passione, creatività e spirito di sacrificio: ciascuno faccia la sua parte al meglio, io stesso ci proverò, resterò vicino al cimento e agli sforzi dell’Italia e degli italiani”.

La gratitudine di Renzi e Alfano

Tramite Twitter è arrivata la reazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi alle parole di Napolitano: “Nove anni di servizio, autorevolezza, responsabilità. Un Presidente cui oggi possiamo solo dire grazie”. Parole alle quali fanno eco quelle arrivate, sempre tramite Twitter, da Angelino Alfano: “Sarà difficile succedergli, da Napolitano cuore e generosità per l’Italia. Gli dobbiamo gratitudine, ha svolto suo mandato da grande presidente”.

Le critiche di Fi: “Ultimo messaggio conferma suo fallimento”

Di diverso avviso è Forza Italia che anche aveva contribuito nel 2013 alla rielezione di Napolitano. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta ha infatti dichiarato: “Questo ultimo messaggio conferma attraverso le sue stesse parole, con retorica e con coerenza, il suo fallimento” motivando “Era stato chiamato, nell’aprile del 2013, eccezionalmente dal Parlamento per un secondo mandato, per realizzare la pacificazione, per favorire le riforme costituzionali, e contribuire a far uscire l’Italia dalla crisi economica. Nessuno di questi tre obiettivi, a partire dal primo, è stato raggiunto”. E ancora: “Quasi nove anni senza alcuna autocritica. Quasi nove anni da una parte sola, dalla parte della sinistra. Quasi nove anni ad affermare il suo ruolo di protagonista, il ruolo del presidente della Repubblica, non previsto dalla Costituzione”. Sarà rimasto scontento anche La Russa che aveva auspicato che Napolitano parlasse dei due marò.

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Il contro-discorso del M5S: “Forse il 2015 ci porterà risultati straordinari”

Critico anche il Movimento 5 Stelle che al discorso di fine anno di Napolitano ha risposto con il contro-discorso di Beppe Grillo: “Partendo dall’Euro, noi faremo cose fantastiche. Questo è il piano B del M5S, l’unico che abbiamo in Italia. Poi ci sarà da riformare la burocrazia, il fisco, il made in Italy, faremo il reddito di cittadinanza”. E ha aggiunto: “Andremo verso qualcosa che abbiamo iniziato. Noi siamo la causa, gli effetti li vedranno i nostri nipoti. Ci dite che abbiamo fatto poche cose. Può darsi ma non abbiamo mai tradito”. Inoltre il leader del M5S ha sottolineato: “Noi che non abbiamo chiesto soldi a nessuno, siamo pieni di soldi che i cittadini ci danno quando facciamo qualcosa. Loro sono senza soldi e vogliono reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti”. La premessa del contro-discorso era stata: “Forse il 2015 ci porterà dei risultati straordinari. Può darsi che l’ebetino si leverà di mezzo. Forse ci darà una grande soddisfazione quando Napolitano che ha condiviso e sponsorizzato questo sfacelo si toglierà da questa posizione precaria; e Fi in Italia non ci sarà più o avrà numeri da prefessi telefonici”.

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Salvini: “Un discorso penoso”

Ancora più dure sono state le parole del segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Da Napolitano un discorso penoso e da bocciare su tutta la linea”. Il leader del Carroccio ha inoltre aggiunto: “L’unica cosa che ho apprezzato la conferma delle sue dimissioni a breve”. Ma il principale bersaglio di Salvini resta l’Europa: “L’Italia ha proprio bisogno di energie nuove. Un quarto d’ora di chiacchiera a favore dell’Europa. Ma dove vive il presidente?”. Ed ha poi aggiunto: “Questa Unione Sovietica Europea sta massacrando l’Italia e il suo lavoro”. Dure critiche anche alle parole di Napolitano sul semestre italiano di presidenza Ue e sul monito lanciato dal Capo dello Stato contro il richiamo al ritorno alle monete nazionali: “L’Italia ha usato il semestre europeo per cambiare l’Europa? Dai Napolitano, sii serio! Il ritorno alle Monete Nazionali è un pericolo?”. Il leader del Carroccio ha puntato apertamente il dito contro Napolitano ed ha dichiarato: “Tu e i burocrati europei come te siete un pericolo!”.

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Napolitano scrive ai grandi del mondo

Lega Nord e M5S sono dunque pronti a festeggiare l’addio ormai imminente di Napolitano. Lascerà il Quirinale presumibilmente verso la metà del mese di gennaio. Nel frattempo il Capo dello Stato scrive ai grandi del mondo, Papa Francesco e Raul Castro sono tra questi, per lanciare un invito ai governi affinché agiscano per “colmare le disparità economiche e le divaricazioni sociali”.

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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