La Camera approva la responsabilità civile dei magistrati

Pubblicato il 25 Febbraio 2015 alle 12:53 Autore: Daniele Errera
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La responsabilità civile dei magistrati è passata presso la Camera dei Deputati. Vista, per anni ed anni, come un obiettivo irraggiungibile, adesso la maggioranza, coadiuvata da parte dell’opposizione ha approvato il testo presso la Camera dei Deputati.

265 sì, 51 no e 63 astenuti. Questo il risultato finale della votazione a Montecitorio. Astenuti i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà, Alternativa Libera e tutto il centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord).

Il Movimento 5 Stelle, invece, ha votato ‘no’. Gli altri, contrariamente, hanno deciso un ‘si’ convinto all’introduzione nell’ordinamento. Pd, specialmente. Che attraverso il suo segretario – e Presidente del Consiglio dei Ministri – si è posto in prima fila tra i fautori. Qui il tweet di Matteo Renzi: “Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge”. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha parlato di “legge di buonsenso”.

C’è, poi, chi (sia nell’esecutivo, in quanto Ministro della Giustizia, che nello stesso partito, il Pd, appunto) si rivela più cauto come Andrea Orlando, che afferma come si tratti di “un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati”. Per quel che riguarda i possibili intoppi del sistema, poi, il Guardasigilli aggiunge come “siamo pronti a correggere alcuni punti, ma si vedrà che i pericoli paventati non hanno riscontro”.

orlando andrea ministro  responsabilità civile dei magistrati

Reazione Anm

Dura la reazione dell’Anm. L’Associazione Nazionale Magistrati, giorni fa, aveva votato un documento con cui rimandava lo sciopero (ovvero non costituirlo a priori, senza analizzare le conseguenze della responsabilità civili dei giudici). Resta comunque duro il giudizio dei magistrati. Lo sintetizza il leader, Rodolfo Sabelli: “è un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati”. La politica, afferma Sabelli, “oggi ci ha detto che uno dei primi problemi della giustizia italiana sono i magistrati; la criminalità, i processi che non si fanno, sono invece problemi che possono attendere. E’ una scelta della politica che non ha ancora approvato una riforma sulla corruzione, sul falso in bilancio, ma si precipita a votare una legge contro i magistrati che combattono la corruzione”. Così “si intacca il profilo dell’indipendenza dei magistrati. Vi è un rischio di azioni strumentali”, conferendo “la possibilità alla parte processuale più forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. E’ una strada pericolosa verso una giustizia di classe”. Per Ezia Maccora, gip di Bergamo, la legge mina l’indipendenza dei giudici. “Alla incomunicabilità dello scontro e alla logica degli slogan preferiamo la forza delle argomentazioni e del ragionamento in grado di far comprendere ai cittadini la vera posta in gioco: permangono criticità che minano l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati e, quindi, il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge” afferma Maccora a Repubblica.

anm

Violante “Ridefinire ruolo magistrati”

Per Luciano Violante è necessario definire il ruolo della magistratura nella società contemporanea, “rivedere il suo statuto”; ma alla nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici mancano alcuni elementi: è assente una norma equilibratrice “che punisca l’azione temeraria” di chi ricorre contro un magistrato per intimidirlo; e non si prevede una corte unica per la responsabilità disciplinare di tutte le magistrature.

Repubblica spiega il funzionamento della nuova norma: “la nuova legge riforma la legge Vassalli del 1988 mantenendo però l’impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato che può rivalersi nei confronti del giudice. Ma rispetto alla Vassalli, viene ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso; si innalza la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato; viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove”. Un punto che ha fatto insorgere i 5 Stelle, sempre più vicini ad azioni unilaterali.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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