Sondaggio elettorale Ipsos: La Lega “vede” il 15%

Pubblicato il 4 Marzo 2015 alle 15:13 Autore: Umberto Zimarri
Sondaggio elettorale Ipsos

Torna dopo quindici giorni di assenza a Di Martedì, il sondaggio elettorale Ipsos. Davvero importanti gli scostamenti rispetto al sondaggio del 17 febbraio scorso. In questa ricerca, inoltre, l’istituto demoscopico ha realizzato una ricerca sul potenziale elettorale delle coalizioni possibili.

Sondaggio elettorale Ipsos per Di Martedì, 4-03-2015

Flessione importante del Partito Democratico che oggi si fermerebbe al 36,5% in flessione del 0,7% rispetto all’ultimo rilevamento trasmesso dal talk di Giovanni Floris. Periodo negativo anche per il M5S che passa dal 20,2% di metà febbraio, al 19,7% odierno. Chi fa un enorme passo in avanti è la Lega Nord che sfrutta a pieno la manifestazione di Roma e arriva alle soglie del quindici per cento, con un incremento pari al 1,2%. Perde terreno, invece, Forza Italia che registra il 13,1% dei consensi con un calo dello 0,4%.  Anche Fratelli d’Italia, partner sempre più stretto di Matteo Salvini, beneficia della manifestazione contro il governo di sabato, supera Sel, ed rientra nel “primo cartello” con il suo 4% (+0,9%).

Sondaggio elettorale Ipsos

Il partito di Nichi Vendola passa dal 3,5% al 3,8, mentre tra le altre formazioni il Nuovo Centro Destra aumenta la sua percentuale del minimo scostamento registrabile, 0,1%, e si ferma al 3,2%. L’Udc in discesa è al 1,7% (-0,3%) e infine Rifondazione Comunista è al 1,2% (+0,2%).

Sondaggio elettorale Ipsos

Come cambia il quadro se si guarda alle percentuali raggiungibili dalle possibili coalizioni? Nella prima ipotesi formulata dall’Ipsos quella di centro sinistra formata da Pd e Liste minori raggiungerebbe il 40,5% dei consensi, lo schieramento di centro destra al completo (Fi+Lega+FDI+NCd+UDC) si feremerebbe al 37,1% (differenza 3,4%) e i Cinque Stelle si attesterebbero al 19,8%.

Sondaggio elettorale Ipsos

Nel caso in cui il Pd decidesse di andare da solo, seguendo in toto la linea del Partito della Nazione, la sua percentuale scenderebbe al 37,5% ma non si avvantaggerebbe la colazione di centro-destra ( in questo caso non sono conteggiati i voti di “area popolare”) che sarebbe al 33,8%. Chi guadagna punti, in questo caso è il movimento di Grillo che si porterebbe al 21,5% che però sarebbe ampiamente fuori tutti i giochi.

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