Migranti, Viminale insiste con quote regionali Stop dai governatori di centrodestra del Nord

Pubblicato il 8 Giugno 2015 alle 10:38 Autore: Emanuele Vena
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Continua l’emergenza migranti e continua il muro contro muro tra il governo e l’opposizione. Il Viminale è intenzionato a procedere fermamente sulla linea delle quote regionali, con una ripartizione volta ad accogliere migranti anche nel Nord. Ma i neo-eletti governatori di centrodestra non ci stanno.

A far discutere è soprattutto l’ultimatum lanciato da Roberto Maroni nei confronti degli amministratori locali lombardi: “Ho deciso di scrivere una lettera ai Prefetti per diffidarli dal portare qui in Lombardia nuovi clandestini e ho deciso di scrivere ai sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli, mentre ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali, come disincentivo, perché non devono farlo e chi lo fa, violando la legge, subirà questa conseguenza”.

“Il governo deve smetterla di frignare sui profughi. Ha ragione Maroni. Scriverò con ferma cortesia ai prefetti e poi a tutti i sindaci della Liguria per bloccare gli arrivi”. A parlare è Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia nonché neogovernatore della Liguria. Che sottolinea l’asse di ferro con gli altri governatori di centrodestra del nord: “La prossima settimana abbiamo fissato un incontro a Venezia: Maroni, Zaia ed io. Per allineare le politiche delle nostre regioni. Un blocco che è innanzitutto amministrativo, sui temi dei migranti, certo, ma anche sull’ omogeneità fiscale, la cooperazione tra amministrazioni. Ed è anche un blocco politico”. Sui profughi, la ricetta di Toti è precisa: “li riportiamo a casa. Se l’ Ue e l’ Onu non se ne occupano, allora il governo deve smetterla di frignare e deve agire: con un blocco navale innanzitutto. E poi allestendo, sulle sponde dell’ Africa, campi profughi per aiutarli, gestiti dall’ Onu e dagli stati del Mediterraneo”.

Con Maroni si è schierato anche Luca Zaia, riconfermato governatore del Veneto, che parlando al Corriere della Sera ha spiegato: “Siamo alla follia, con un governo inadeguato che sui documenti ufficiali ci invita a gestire ‘la fase acuta’ dell’immigrazione. Quando invece sappiamo tutti che non è acuta, è cronica”. E ha aggiunto: “le vite umane si salvano, senza se e senza ma, non si discute”, però “in Veneto abbiamo 514 mila immigrati regolari, pari a quasi l’undici per cento della popolazione. Di questi, 42 mila non hanno un lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i più accoglienti. Basta”.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, invoca il blocco delle prefetture. “Come Lega siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare tutte quelle strutture che a spese degli italiani qualcuno vuole mettere a disposizione di migliaia di immigrati clandestini”.

migranti maroni

Migranti, le reazioni a Maroni

Alle parole del governatore della Lombardia ha risposto il premier Matteo Renzi, che ha ricordato che lui “era al governo quando si sono scritte le regole che non stanno funzionando” e ha aggiunto: “mi piacerebbe che tutti riconoscessero che il problema dell’immigrazione è una sfida di tutto il paese e cercassero di aiutare a risolvere il problema invece di lucrare mezzo voto. Noi siamo disponibili a cercare una soluzione anche con chi fa demagogia”. E poi precisa, a proposito dell’atteggiamento dell’Unione Europea: “Le risposte sull’emergenza sono giudicate dall’Italia largamente insufficienti”. Al governatore lombardo risponde anche il Viminale, che non usa mezzi termini: “Se Maroni proverà davvero a bloccare i migranti la reazione del governo sarà durissima”.

Una valanga di critiche all’iniziativa di Maroni arrivano anche da Piero Fassino e Sergio Chiamparino (“governo ignori Maroni”) – rispettivamente sindaco di Torino nonchè presidente dell’associazione nazionale comuni italiani e il presidente del Piemonte – nonché dal viceministro all’Interno Filippo Bubbico, uniti nel considerare l’atteggiamento del governatore lombardo “illegittimo”.

No a Maroni anche da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: “Non ha autorità per poter sanzionare i sindaci che con fatica si fanno carico di quella che è un’ evidente emergenza umanitaria”. E aggiunge: “la Lombardia non è certo questa. Almeno sui principi morali non è rappresentata da un governatore che fa un’ uscita di questo tipo. In altre occasioni ho apprezzato la distanza di Maroni dal leghismo più becero. Adesso si lascia andare a tesi estremiste”. E Debora Serracchiani, governatore del Friuli, mette le cose in chiaro: “Non prenderemo noi i profughi di Lombardia e Veneto, siamo già oltre la quota limite”. Anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, commenta le posizioni dei  governatori leghisti che hanno annunciato il loro no ad accogliere altri migranti. “Chiediamo un’equa distribuzione dei migranti in Italia, così come in Europa ed è un atteggiamento insopportabile di odio verso il sud dire ad alcune regioni sbrigatevela da soli”.

Nel pomeriggio interviene sulla questione il premier Matteo Renzi.  “La decisione di dividere i migranti per le varie Regioni è stata presa dal ministro Maroni. Noi – aggiunge – dobbiamo dare incentivi, anche nel patto di stabilità, a quei comuni che ci danno una mano nel gestire l’accoglienza dei migranti”. Il capo del governo risponde anche a Salvini che aveva minacciato il blocco delle prefetture. “Quella sull’immigrazione è una questione rimasta colpevolmente aperta per troppi anni. Ci vorranno settimane, è un lavoro di serietà. È facile dire occupiamo le prefetture. Si tratta di risolvere guai causati da chi oggi sta urlando. Nomi e cognomi sono gli stessi”.

Intanto le cifre diffuse continuano a preoccupare. Nelle ultime ore si parla di sbarchi di oltre 1.400 nuovi migranti, che portano ad oltre a 55 mila persone arrivate in Italia da gennaio ad oggi. Ed intanto il quotidiano inglese Guardian parla di un ulteriore mezzo milione di persone pronte a scappare dalla Libia.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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