Trivellazioni, il Mise autorizza le esplorazioni petrolifere

Pubblicato il 14 Gennaio 2016 alle 09:57 Autore: Ilaria Porrone
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Isole Tremiti, golfo di Taranto, Pantelleria e Ombrina mare: il Ministero per lo Sviluppo economico (Mise), guidato dall’ex vice presidente di Confindustria Federica Guidi, ha concesso i permessi di ricerca petrolifera. Le trivellazioni, in alcuni dei luoghi più belli d’Italia, sono state autorizzate con concessioni di 5,16 euro per chilometro quadrato. L’intera superficie interessata sarebbe di circa 36.462 chilometri quadrati, l’equivalente di Lombardia e Campania messe insieme.

Le concessioni sono state assegnate lo scorso 22 dicembre, con decreti pubblicati in bella evidenza nel Bollettino ufficiale degli idrocarburi. Proprio il giorno dopo, il 23 dicembre, la Camera ha approvato definitivamente la legge di Stabilità l’articolo 239 che modifica il decreto legislativo del 2006, ovvero il 152 sui reati ambientali. Un intervento inserito all’ultimo per cercare di evitare i referendum contro le trivelle proposti da dieci Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto) ai quali la Cassazione ha già dato il via libera lo scorso 26 novembre. L’art. 239 stabilisce infatti per le ricerche petrolifere: “il divieto nelle zone di mare poste entro 12 miglia dalla costa lungo l’intero perimetro nazionale” – ma proroga fino “alla durata della vita utile del giacimento i titoli abilitativi già rilasciati”.

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Trivellazioni, Emiliano (PD): “revocare immediatamente tutte le autorizzazioni”

L’art. 239, entrato in vigore il 30 dicembre scorso, non ha però avuto effetti sulle autorizzazioni rilasciate il 22 dicembre dal Mise: sarà quindi possibile lo sfruttamento del giacimento. I governatori però promettono battaglia. A guidare la protesta è il presidente della regione Puglia Michele Emiliano (PD), che dalle pagine di Repubblica avverte: “Faccio appello al presidente Matteo Renzi affinché revochi immediatamente tutte le autorizzazioni. Tra l’altro, il Governo, tramite alti esponenti, aveva dato a tutti noi presidenti di Regione la propria parola che la questione era conclusa. Non può essere che la volontà di ben dieci Regioni di tutelare il loro mare sia sbeffeggiata. Non posso credere che l’emendamento ‘natalizio’ sia stato soltanto un trucco per ammansirci e poi, comunque, trivellare ovunque come se niente fosse, una volta superata l’emergenza della reazione dell’opinione pubblica”.

Il ministro Guidi, intanto, minimizza: “la legge di stabilità, venendo incontro alle richieste referendarie, ha escluso qualsiasi nuova ricerca entro le 12 miglia dalle coste. Il permesso alla Petroceltic non ha quindi nulla a che vedere con la legge di stabilità visto che si tratta di ricerche al di fuori del limite delle 12 miglia” – e aggiunge: “nessun altro permesso di ricerca, in nessun’altra parte del Paese, è stato rilasciato alla vigilia dell’approvazione delle legge di stabilità”.

Ilaria Porrone

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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