Scontro Davigo-politica: Cantone e Bruti Liberati gettano acqua sul fuoco

Pubblicato il 23 Aprile 2016 alle 13:16 Autore: Alessandro De Luca
davigo, scontro davigo renzi, cantone anac

Continuano ad avere strascichi le dure parole riservate ai politici da parte di Pier Camillo Davigo, rilasciate durante un’intervista ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera. Dopo il botta e risposta tra il presidente dell’Associazione nazionale magistrati e i diretti interessati, sono le stesse toghe a stemperare il clima gettando acqua sul fuoco.

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Scontro Davigo-politica: Cantone e Bruti Liberati gettano acqua sul fuoco

“Non esiste una magistratura buona contro un’Italia di cattivi” ha affermato ai microfoni di Repubblica, l’ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati. “Vederla così è in linea di principio sbagliato” ha continuato l’ex consigliere del Csm, sostenendo che ciò “si scontra con la realtà”.

Per Bruti Liberati, poi, il compito dell’Associazione nazionale magistrati è quello di “esprimere con chiarezza la propria opinione sui problemi della giustizia, ma altrettanto essenziale è che l’Anm non esca dal suo ruolo”. Secondo il giudice, infatti, “non tocca ai magistrati affrontare ‘il problema della corruzione’, i magistrati si occupano di casi singoli che costituiscono reato”.

“Lo scontro viene a galla quando la magistratura acquisisce nei fatti un’indipendenza e una volontà di non fermarsi di fronte ai santuari, dagli scandali Lockheed e petroli, alla strage di piazza Fontana, ma i paragoni con il passato servono a comprendere l’evoluzione, non l’oggi” ha, poi, aggiunto Bruti Liberati che plaude all’attività di prevenzione messa in campo dall’Autorità nazionale anticorruzione.

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Anche l’attuale presidente dell’Anac, intervistato dal Corriere della Sera, è intervenuto sulla vicenda, sostenendo che, benché ci siano ancora alcune criticità, i tentativi di fermare la corruzione da parte della politica ci sono. “La fiaba della magistratura tutta buona e della politica tutta cattiva è falsa” ha detto Cantone, sostenendo che “il governo contro la corruzione si sta muovendo”. Respingendo l’accusa di essere la “ruota di scorta di Renzi”, la toga napoletana ha dato un giudizio lapidario su Mani pulite: “ha fallito perché le manette da sole non bastano”.

E al tempo stesso, non accetta l’idea che in Italia abbiano vinto i corrotti: “dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione, e il sistema non può essere emendato. Io non accetto questo pessimismo cosmico. Mi ribello a questa visione che esclude qualsiasi ricetta” ha proseguito Cantone, che ha sottolineato, comunque, l’esistenza di alcune criticità anche nell’ambito della stessa magistratura.

“La magistratura ha meriti eccezionali, ma sarebbe scorretto non evidenziare che certi meccanismi organizzativi non funzionano” ha sottolineato il leader dell’Authority anticorruzione, aggiungendo che “molto spesso non riesce a dare risposte ai cittadini, perché è sovraccaricata da compiti non suoi. Si pensa che debba occuparsi soprattutto dei grandi temi, e un po’ meno del senso di giustizia individuale”.

L'autore: Alessandro De Luca

Classe 1990. Laureato in Scienze politiche (indirizzo Scienze di governo e della Comunicazione Pubblica) alla Luiss Guido Carli di Roma. Giornalismo e politica, le mie passioni da sempre. Collabora con Termometro Politico da maggio 2014. Attualmente è membro di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni.
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