Spagna, PSOE: la poetica “revolución de las rosas rojas”

Pubblicato il 22 Ottobre 2016 alle 16:02 Autore: Alessandro Faggiano
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Spagna: la “revolución de las rosas rojas”

La giornata di domani potrebbe anticipare le celebrazioni per un nuovo governo targato Mariano Rajoy (PP). Si sta per celebrare il congresso federale del PSOE. Un congresso decisivo, che deciderà su come votare nel giorno della candidatura di Rajoy, stabilita per il 30 ottobre. L’idea che sembra aver preso definitivamente corpo, è una “astensione tecnica” da parte dei socialisti. Con l’astensione di 11 deputati del PSOE,  il presidente uscente raggiungerebbe il quorum necessario a formare il nuovo governo popolare. A poche ore dalla celebrazione del congresso federale in Calle Ferraz (Madrid), la base socialista si è mobilitata per quella che è stata poeticamente chiamata “la revolución de las rosas rojas“.

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Spagna, PSOE: malcontento e proteste della base elettorale socialista.

Ciò che si evince è che l’astensione non sembra la soluzione preferita dagli elettori socialisti. Già dopo le dimissioni obbligate del segretario uscente, Pedro Sánchez, Calle Ferraz fu invasa da manifestanti. Questa volta, l’elettorato socialista contrario alla “resa”, mostra una rosa rossa stretta nel pugno (storico simbolo del Partido Socialista Obrero Español). Molti cartelli a sostegno di Sánchez, del “No” all’astensione, contro il nuovo governo di matrice PP. Pedro Sánchez evita di commentare. La due giorni di 22 e 23 ottobre potrebbero marcare definitivamente l’inizio di una nuova era del PSOE. La Spagna intera volge lo sguardo alla Calle Ferraz, dove centinaia di manifestanti – con rose rosse nella mano – intonano cori di protesta sotto la pioggia battente.

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Spagna: PP e Ciudadanos esultano. Podemos ancora diviso.

In Calle Génova (Madrid), sede del Partido Popular, si respira aria di festa. La “Gürtel” (maxi-processo per corruzione che vede imputato anche vari ex-ministri popolari) non sembra scalfire la serenità di Mariano Rajoy. Ciudadanos pensa già in ottica futura, assicurando che ci sarà bisogno di “intesa e collaborazione”. Dall’altro lato dello scacchiere ideologico, Podemos vive una lotta intestina debilitante. Il confronto tra “pablistas” ed “errejonistas” si è evoluto nelle ultime ore, con l’adesione del settore “anticapitalista” alla fazione del segretario generale, Pablo Iglesias. Considerando l’esito pressocchè scontato dell’investitura di Rajoy, il partito “morado” cerca di riorganizzarsi. A gettare acqua sul fuoco, è il #3 di Podemos, Pablo Echenique, il quale cerca di moderare i toni. In assenza di importanti elezioni a breve termine, il momento è propizio per un “restyling”. Il motto rimane sempre lo stesso, tanto per “pablistas” che “errejonistas”: “la lucha sigue”.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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