Sondaggi elettorali Germania l’analisi: SPD e CDU sempre più vicine, soffre l’estrema destra

Pubblicato il 10 Marzo 2017 alle 00:01 Autore: Emanuele Vena
sondaggi elettorali germania, l'analisi delle intenzioni di voto - Frauke Petry, leader dell'estrema destra AFD

Sondaggi elettorali Germania l’analisi: SPD e CDU sempre più vicine

L’effetto Schulz prosegue. E alimenta il fiato sul collo di Angela Merkel. Questo lo scenario che emerge dall’analisi del trend dei sondaggi elettorali, relativi alle intenzioni di voto in Germania in vista delle elezioni politiche di settembre. Che vedono SPD e CDU ormai quasi appaiate.

Il compito di scalzare la Merkel dalla Cancelleria, dopo ben 12 anni al comando, è impegnativo. Ma con Martin Schulz potrebbe diventare tutto fuorché un miraggio. L’appeal registrato dall’ex presidente dell’Europarlamento non sembra infatti intenzionato a scemare.

Sondaggi elettorali Germania, l’analisi: la SPD raggiunge il 31%

Stando ai sondaggi condotti nella prima decade di marzo, la SPD ha scalato un ulteriore gradino, scavallando quota 31%. Rispetto alle medie registrate a febbraio il passo avanti è lieve – 4 decimi – ma comunque incoraggiante.

Tuttavia, lo smottamento registrato tra fine e gennaio e febbraio nel consenso della CDU-CSU sembra essersi placato. Le prime rilevazioni di marzo vedono il partito della Merkel scendere ancora, ma soltanto di un decimo. E ora il vantaggio sulla SPD è di poco più di un punto.

sondaggi elettorali germania - medie mensili al 10 marzo

Sondaggi elettorali Germania: un quadro assestato, ma l’estrema destra soffre

Dopo i grandi movimenti di febbraio, il quadro generale sembra dunque iniziare ad assestarsi. Ciò riguarda anche le principali formazioni minori. Quasi nulla cambia a sinistra, con i Verdi (GRÜNE) che guadagnano un decimo e la sinistra Die Linke che ne perde 2. Di mezzo punto è invece lo scostamento dei liberali FDP, che salgono al 6.4% e si allontanano da quel fatale 5%, soglia di sbarramento che nel 2013 è costata loro l’accesso al Bundestag (si fermarono al 4.9%).

Lieve è anche la variazione dell’estrema destra AFD, che perde 4 decimi. Ma ad inquietare Frauke Petry e soci è il trend di medio periodo. Il partito euroscettico ha infatti perso quasi 4 punti da settembre ad oggi. Ed ora, pur restando la migliore tra le principali formazioni minori, rischia di scendere sotto al 10%. Una soglia psicologicamente importante, visto che è da dicembre 2015 che il consenso dell’AFD si mantiene costantemente in doppia cifra. E visto quanto sta succedendo in Olanda all’estrema destra PVV di Geert Wilders, fiaccata dalla voglia di voto utile, i prossimi mesi potrebbero rivelarsi molto delicati.

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
Tutti gli articoli di Emanuele Vena →