Disturbi alimentari (DCA): cosa sono, come insorgono e come prevenirli

Pubblicato il 5 Settembre 2017 alle 13:14 Autore: Redazione
disturbi alimentari

Disturbi alimentari (DCA): cosa sono, come insorgono e come prevenirli

I DCA (disturbi del comportamento alimentare), come si è soliti chiamarli, sono vere e proprie patologie caratterizzate da un’anomala alterazione delle abitudini alimentari e da una improvvisa ed eccessiva preoccupazione per il proprio peso e per le forme del corpo. Esse sono accompagnate da digiuno; inappetenza o continuo senso di fame; restrizione dell’alimentazione; crisi bulimiche; vomito; uso di diuretici e un’eccessiva attività fisica finalizzata esclusivamente a perdere peso. Tali disturbi si riscontrano in prevalenza negli adolescenti e colpiscono generalmente il sesso femminile, ovvero quella categoria maggiormente bombardata dai canoni di bellezza e perfezione diffusi dai social media, dalle riviste e dalla televisione.

Disturbi alimentari: in Italia, ne soffrono almeno 3 milioni di persone

Anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating (alimentazione incontrollata) sono i principali disturbi del comportamento alimentare di cui in Italia soffrono almeno tre milioni di persone. I disturbi del comportamento alimentare sono strettamente legati ad altri tipi di patologie, spesso di natura psichiatrica, in particolare la depressione, l’ansia, l’abuso di alcool o droghe, il disturbo ossessivo – compulsivo e i disturbi della personalità. Il cibo, in questi casi, diventa l’unica valvola di sfogo, l’unico oggetto che il paziente riesce davvero a controllare. Si instaura una sorta di circolo vizioso in cui i sintomi diventano irrimediabilmente fonte di apparente benessere; la patologia diventa sostentamento di se stessa.

Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona. Tutto inizia a ruotare attorno al cibo e alla paura di ingrassare e molto spesso vivere la quotidianità diventa motivo di forte ansia e stress. Questa situazione aggrava il disturbo e allontana sempre di più il paziente dalla guarigione.

I pensieri sul cibo diventano una vera ossessione e finiscono per impedire la serena realizzazione di qualsiasi attività. Si abbassano i livelli di concentrazione; manca l’energia necessaria; nasce (spesso) un senso di angoscia tale da volersi isolare dagli altri e da tutto ciò che ci circonda.

Disturbi alimentari: tra fattori predisponenti, scatenanti e di mantenimento

Attualmente gli studiosi sono concordi nel ritenere che non esiste un’unica causa che da sola possa determinare lo sviluppo di un DCA. I medici sono soliti distinguere tra fattori predisponenti (genetici, psicologici, ambientali), fattori scatenanti e fattori di mantenimento. Tra i fattori predisponenti vi possono essere, ad esempio, la bassa autostima, le difficoltà interpersonali, il perfezionismo, l’insoddisfazione corporea, il desiderio di magrezza e il ricorso alle diete ipocaloriche.

I fattori scatenanti sono eventi che possono determinare l’inizio del disturbo in persone che abbiano già una predisposizione, per lo più eventi traumatici come lutti, abusi, malattie,conflitti familiari, rottura di una relazione importante, cambio di scuola o di città. I fattori di mantenimento sono fattori che favoriscono l’auto sostentamento del disturbo stesso. Si cerca, attraverso le crisi bulimiche o la mancanza di appetito, di ritrovare l’autostima e il benessere perduti, i quali hanno ormai lasciato spazio alla depressione  e all’insoddisfazione.

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Disturbi alimentari: che terapie e come riconoscere il disturbo?

Tra le cure più efficienti per i disturbi del comportamento alimentare ritroviamo, senza dubbio, le terapie psicoanalitiche. Nella maggior parte dei casi, infatti, si preferisce non ricorrere all’uso di medicinali. Si aiuta il paziente con un saldo supporto psicologico, per risalire all’origine prima del disturbo; si lavora accuratamente sull’autostima; sull’immagine che la nostra mente proietta di noi stessi e su ogni elemento che ci circonda. In casi più gravi si ricorre al ricovero ospedaliero. Anche qui psicologi, neurologi e psichiatri hanno un ruolo centrale.

Nella maggior parte dei casi studiati finora, è emerso che non è così imemediato rendersi conto che ci si trova di fronte ad un simile disturbo, soprattutto se si tratta di ragazzi o ragazze. L’inappetenza o le crisi bulimiche vengono associate a semplici problemi adolescenziali; allo stress scolastico; all’insoddisfazione tipica di quegli anni.

Disturbi alimentari: l’importanza della prevenzione

Come per ogni altro tipo di malattia, si è soliti sentir parlare dell’importanza della prevenzione. Per sensibilizzare, far conoscere, capire e parlare delle problematiche legate a questi disturbi, da sei anni è stata istituita la Giornata del fiocchetto Lilla contro i disturbi del comportamento alimentare. L’iniziativa parte da un padre che, nel Marzo del 2011, ha visto morire la propria figlia di bulimia all’età di 17 anni. Essa si svolge il 15 marzo e coinvolge associazioni, istituzioni e scuole di tutta Italia con numerose attività e incontri con chi la malattia l’ha vissuta in prima persona e ha avuto il coraggio di sconfiggerla.

Maria Iemmino Pellegrino

 

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