Rinnovo contratto statali e scuola: aumento stipendi, Anief “soldi inesistenti”

Pubblicato il 29 Settembre 2017 alle 09:51 Autore: Daniele Sforza
Rinnovo contratto statali e scuola: per Pacifico aumento stipendi ridicolo

Rinnovo contratto statali e scuola: aumento stipendi, Anief “soldi inesistenti”.

Dalle promesse dello scorso novembre alla frase “le risorse sono pochissime”. Sul fronte rinnovo contratto statali e scuola è sempre battaglia. I sindacati tuonano, soprattutto nel mondo scuola, davanti ad aumenti considerati “ridicoli”. Per l’Anief, ad esempio, non vengono considerati gli anni di blocco contrattuale. Né l’aumento del costo della vita. Avanza poi sempre l’ipotesi che gli aumenti medi di 85 euro lordi non siano garantiti a tutti. E mentre il bonus 80 euro sembra essere al sicuro, ci si chiede chi avrà davvero questi aumenti.

Rinnovo contratto statali e scuola: ultime notizie

Le risorse sono ancora poche per garantire una copertura totale? Da diverse fonti sembra avanzare l’ipotesi di un aumento distribuito solo a una parte dei dipendenti pubblici. È nei pensieri del governo, sebbene non ci sia ancora nessuna conferma in merito. Le polemiche, però, avanzano ogni giorno che passa. Perché ogni giorno non si hanno ancora notizie certe sul futuro di milioni di dipendenti pubblici e personale scolastico. Come scrive Orizzonte Scuola, “il nodo più importante da sciogliere è relativo a un aumento di 85 euro lordi medi per tutti a pioggia, come richiesto dai sindacati. O legati al merito, come invece proposto dal governo”.

E tra le varie ipotesi di soluzione degli ultimi giorni, spicca anche il meccanismo alla Robin Hood. Ovvero, garantire gli aumenti di 85 euro solo a chi guadagna di meno. E distribuire mance – leggasi: risorse limitate – a chi è più avanti in carriera, oppure a chi guadagna di più. Un ventaglio di soluzioni che comunque non piacciono a sindacati e parti interessate.

Rinnovo contratto statali e scuola: Anief tuona

Ad alzare la voce è Marcello Pacifico, presidente del sindacato scuola Anief. Per il segretario confederale Cisal, tutte queste ipotesi rappresentano un mero rimedio alla coperta coritissima che il governo si trova. Con meno di 3 miliardi di euro in totale, non si potrà fornire “ai lavoratori statali uno stipendio adeguato non solo alle prestazioni lavorative, ma anche alle necessità del vivere quotidiano. Anche perché in pochi anni il costo della vita ha largamente superato il valore delle loro buste paga”.

Pacifico definisce quello degli 85 euro un aumento ridicolo. Per lui, “il Governo farebbe meglio a impegnarsi nel reperire le risorse necessarie. Servono cifre più consistenti: ovvero, non meno di 12 miliardi. Con questo intervento si avrebbero 110 euro al mese da settembre 2015 per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale. Come peraltro è stato confermato dalla Corte Costituzionale. Così facendo”, continua Pacifico, “si arriverebbe ad adeguare il 50% del costo della vita registrato dal 2008. Poi ci sono altri 110 euro di vero aumento. In questo modo si recupererebbe il 14% d’inflazione degli ultimi 10 anni”.

La quota meritocratica pensata dal Governo dovrebbe sopraggiungere solo dopo che quanto sopra descritto si sia avverato. Sotto questo aspetto, Pacifico ribadisce la necessità di un referendum per il personale della scuola. Alla vigilia della sottoscrizione di un contratto collettivo nazionale “con incrementi di stipendio talmente bassi che faranno sprofondare ancora di più le buste paga dei lavoratori della scuola pubblica”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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