Genesi e prospettive del terzo polo

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 alle 23:46 Autore: Gabriele Bracci
terzo polo
Cos’è il “Polo della Nazione”, com’è nato e cosa può diventare in futuro

A seguito della prova di forza parlamentare che il 14 dicembre ha visto prevalere la compagine berlusconiana per soli tre voti, si è affacciata sulla scena politica italiana una nuova formazione: il Polo della Nazione.

 

Così, infatti, ha deciso di chiamarsi, anche se provvisoriamente, il nuovo coordinamento centrista nato giovedì 15 dicembre all’Hotel Minerva di Roma. Un luogo che per uno degli azionisti di riferimento (Casini), riveste un’importanza particolare, già che proprio in quella sala la mattina del 18 gennaio 1994 nacque il Ccd, di cui Casini divenne subito coordinatore assieme a Clemente Mastella.

Il Polo della Nazione, almeno per adesso, non vuole però essere un nuovo soggetto politico ma piuttosto – come si legge nella nota ufficiale – un “coordinamento unitario” di cui fanno parte l’Udc di Casini, il Fli di Fini, l’Api di Rutelli, l’Mpa di Lombardo, ed alcuni movimenti marginali come i Libdem, i Repubblicani, ed i Liberali di Guzzanti. In sostanza fanno parte di tale aggregazione tutti i parlamentari che si sono trovati assieme nel votare la sfiducia a Berlusconi, ma che allo stesso tempo si ritengono alternativi alla sinistra per esplicita ammissione di Gianfranco Fini. Da notare che fanno parte di tale coordinamento anche alcune personalità come Enrico Boselli (ex segretario del Partito socialista e attualmente vice-presidente dell’Api), che hanno deciso di ricollocarsi politicamente proprio in vista di un’eventuale scomparsa dalla scena di Silvio Berlusconi.

I numeri non sembrano essere irrilevanti: nel complesso possono contare su circa 100 parlamentari, di cui 80 alla Camera e 20 al Senato. L’obiettivo di questa operazione sembra rispondere ad una duplice esigenza: da un lato si cerca di tastare il terreno per un’alleanza strutturata che possa poi eventualmente trasformarsi in soggetto politico vero e proprio; dall’altro, invece, si cerca di creare nell’immediato un argine più robusto all’annunciato “pressing” berlusconiano sui parlamentari dell’Udc e di Futuro e Libertà. Facendo parte di un coordinamento più ampio, infatti, i deputati e senatori fuoriusciti dalla maggioranza (Fli) potrebbero essere meno propensi a mettere in pratica un ritorno nelle file berlusconiane. Un discorso che può dirsi valido anche per i parlamentari della formazione di Casini.

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L’obiettivo politico di fondo, tuttavia, come precisato più volte anche dal presidente dell’Udc Rocco Buttiglione, rimane quello di scardinare il bipolarismo facendo leva sul funzionamento dell’attuale legge elettorale. Come è noto la legge n. 270/2005 (meglio conosciuta con l’espressione politichese “porcellum”) prevede che al Senato vi sia un premio di maggioranza regionale (a differenza della Camera dove il premio, invece, è nazionale) che già in assenza di un “terzo polo” capace di conquistare seggi rende incerta la possibilità per una coalizione di ottenere una maggioranza assoluta in questo ramo del Parlamento. In presenza di una terza lista come il Polo della Nazione – che verosimilmente otterrebbe diversi eletti specialmente in alcune regioni del Sud – tale incertezza si trasformerebbe con molta probabilità in realtà e la formazione di un governo sarebbe inevitabilmente condizionata dall’accordo con i “terzopolisti”.

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