Alfano: “Va garantita la rappresentanza ai nostri elettori, basta con i rinvii”

Pubblicato il 25 Agosto 2013 alle 11:02 Autore: Gabriele Maestri
lodo alfano

Viene riassunto nelle poche righe della nota finale di Angelino Alfano il lunghissimo incontro di ieri che si è tenuto a Villa San Martino ad Arcore tra Silvio Berlusconi e i maggiori esponenti del Pdl, in procinto di ritrasformarsi in Forza Italia.

Pur nel ventaglio di posizioni diverse tra “falchi” e “colombe” ben noto prima dell’inizio della riunione fiume, è uscita una posizione assolutamente compatta sulla necessità di garantire piena agibilità politica a Berlusconi.

Identità di vedute anche sul rispetto degli impegni di governo che secondo il partito erano alla base dell’esecutivo di Letta. Primo tra tutti, l’abolizione dell’Imu sulla prima casa.

“Tutti insieme – recita la nota di Alfano – rivolgeremo alle massime istituzioni della Repubblica, al primo ministro Letta e ai partiti che compongono la maggioranza, parole chiare”. Nelle massime istituzioni della Repubblica, intuitivamente, è compreso il Quirinale, per cui è presumibile che nei prossimi giorni vi sia un nuovo incontro tra Giorgio Napolitano e vari esponenti del Pdl, che restano ben fermi nella loro posizione: una soluzione al problema “creato” dalla sentenza della Cassazione va trovata, a ogni costo.

alfano vicepremier governo letta

Angelino Alfano ministro dell’Interno

Per il partito, infatti, esiste una “questione democratica che deve essere affrontata”: dev’essere garantito “il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi”. La nota fa capire chiaramente che non sarebbero in ogni caso considerati sufficienti tutti i parlamentari eletti nelle Camere senza il loro leader: l’ipotesi della decadenza di Berlusconi dal mandato senatoriale, infatti, viene definita “impensabile e costituzionalmente inaccettabile”.

Altrettanta convinzione (con un monito stavolta rivolto soprattutto a Palazzo Chigi e alle forze politiche che sostengono il governo) viene espressa circa il “necessario rispetto degli impegni programmatici assunti dal Governo a partire dall’abolizione dell’Imu su prima casa e agricoltura. Non c’è più tempo per rinvii e dilazioni”.

Da ultimo, per scacciare ogni sospetto di possibili divisioni all’interno del partito, la nota precisa: “Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente Silvio Berlusconi, a cui è molto legato da indissolubili vincoli di affetto e di condivisione politica”. Le prossime mosse ora toccano al Pd (che però ha già dato un primo stop con Zoggia, per il quale è “impensabile che non si rispettino le sentenze”), poi sarà il Pdl a scegliere eventualmente di passare ai fatti, anche aprendo una crisi di governo.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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