Roma: caos Priebke, nessuno lo vuole

Pubblicato il 14 Ottobre 2013 alle 15:48 Autore: Antonio Scafati

Nessuno lo vuole. La morte di Erich Priekbe, l’ex ufficiale delle SS che prese parte all’eccidio delle Fosse Ardeatine, oscura l’ottobre romano. Da una parte Paolo Giachini, avvocato di Priebke, deciso a far celebrare le esequie a Roma e a tumulare l’ex ufficiale delle SS proprio nella Capitale. Dall’altra Vicariato e istituzioni cittadine, pronte a studiare ogni soluzione utile a impedirlo. E tutto questo a poche ore dal 16 ottobre, proprio il giorno in cui a Roma si ricordano le migliaia di deportati nei campi nazisti.

Priebke è morto venerdì scorso nell’abitazione romana dove stava scontando gli arresti domiciliari: nel 1998 era stato condannato all’ergastolo dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver pianificato e realizzato l’eccidio delle Fosse Ardeatine, dove nel marzo del 1944 furono trucidate 335 persone.

L’unica certezza è che i suoi funerali non si celebreranno mercoledì prossimo quando la città ricorderà il 70° anniversario del rastrellamento del Ghetto da parte delle SS. I funerali di Priebke potrebbero dunque tenersi domani o giovedì. O forse stasera. Nulla è certo, infatti: perché le istituzioni della Capitale sono decise a concedere pochissimo alla memoria dell’ex SS.

Erich Priebke, ex ufficiale delle SS, morto a Roma venerdì scorso

Erich Priebke, ex ufficiale delle SS, morto a Roma venerdì scorso

Paolo Giachini vuole che sia Roma ad ospitare il rito funebre, e senza sconti. Nei giorni scorsi era arrivato addirittura a paventare l’ipotesi di funerali in strada. Una proposta (meglio: una provocazione) subito stoppata dal sindaco Marino: “A Priebke sarà negata qualunque forma di funerali solenni” aveva twittato il primo cittadino, “Roma è antinazifascista, Roma è medaglia d’oro della Resistenza”. E il questore Fulvio Della Rocca ha notificato stamane all’avvocato Giachini il decreto con cui per motivi di ordine pubblico vengono vietate esequie e trasporto della salma in forma pubblica e solenne.

Anche dal Vicariato di Roma è arrivata una porta chiusa: niente funerale in chiesa, le esequie si celebrino in casa. “Non è stata negata la preghiera per il defunto” spiega il Vicariato, “ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta”.

Giachini inizialmente aveva rifiutato la proposta del Vicariato. “A Roma non ci sono solo le chiese cattoliche, ma anche altre chiese che sono disposte a celebrare il culto e non rispondono alla Curia. Se dei protestanti o musulmani, per esempio, accettano la celebrazione del rito cattolico per Priebke, allora lo faremo lì”. Una strada difficilmente percorribile, tanto che nel pomeriggio l’avvocato ha corretto il tiro aprendo all’ipotesi di una celebrazione privata.

“I funerali a Roma sono impensabili proprio perché luogo della strage” ha affermato Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana, “è come chiedere ai cittadini di Marzabotto il consenso a seppellire lì l’autore dell’eccidio”.

Già, la sepoltura. Perché se modalità e luogo del funerale stanno scatenando accesissime polemiche, ancor più incandescente è lo scontro su dove lasciar riposare la salma.

“Se ne torni in Germania nel suo luogo di nascita” taglia corto Riccardo Pacifici. Il problema è che il comune tedesco di Hennigsdorf, dove Priebke è nato nel 1913, ha già fatto sapere di non voler accogliere la salma. Stesso discorso per l’Argentina, dove Priebke s’era rifugiato. Anche Roma sta cercando di capire se e come rifiutare la sepoltura.

E un no arriva pure da Pomezia, sul cui territorio sorge il cimitero militare tedesco dove Harry Shindler, veterano di guerra britannico, ha proposto di tumulare l’ex ufficiale delle SS. Un’idea che piace all’avvocato Giachini (“una soluzione valida e soprattutto consona allo spirito di Priebke,  quella del cimitero di guerra è una cosa di cui si era parlato lungamente con lui”) ma che è già stata respinta da Fabio Fucci, sindaco della cittadina laziale: “Sono fermamente contrario all’ipotesi paventata e che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialità”.

“Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…” ha commentato il figlio di Priebke, che risiede in Argentina.

Intanto la salma di Priebke è stata portata via dalla abitazione. Qualcuno ha lasciato dei fiori. A Roma e provincia sono comparse diverse scritte che inneggiano all’ex ufficiale delle SS. Priebke è morto, ma continua a spargere veleno.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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