Le isole Falkland/Malvinas tra elezioni e petrolio

Pubblicato il 12 Novembre 2013 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

Lo scorso giovedì, nelle isole Falkland/Malvinas si sono svolte le elezioni legislative, a distanza di otto mesi dal referendum nel quale la maggioranza assoluta della popolazione aveva deciso di mantenere legami con il Regno Unito. E, per la prima volta nella storia, gli eletti all’assemblea legislativa avranno uno stipendio annuale di circa 47000 Euro, ma a condizione che s’impegnino a tempo pieno nel governo delle isole.

I lavori dell’assemblea sono iniziati già venerdì, in occasione del giuramento dei neoeletti, mentre il governo di Buenos Aires ha annunciato di non riconoscere la loro autorità. D’altronde, l’Argentina rivendica ancora la sovranità delle isole Falkland/Malvinas, sebbene esse siano controllate dal governo britannico ormai da oltre 175 anni e, soprattutto, dopo lo sciagurato tentativo di occupazione di trent’anni fa. Allora, il governo argentino decise di far leva sul sentimento nazionalistico lanciando quella che considerava un’operazione militare “facile e veloce” per reclamare le isole, ma dopo pesanti combattimenti, i britannici prevalsero e le isole rimasero sotto il controllo del Regno Unito.

Falkland petrolio

Di recente, l’Argentina ha denunciato le trivellazioni petrolifere intorno alle stesse isole, avviando una decisa campagna per scoraggiare le società energetiche britanniche a intraprendere qualsiasi operazione di estrazione intorno alle isole sudatlantiche. Centinaia di lettere di sollecitazioni sono state già inviate agli analisti britannici, spiegando loro che le compagnie petrolifere stanno operando in maniera clandestina. Infatti, l’accesso al gas scisto, e agli altri depositi on shore e off shore vicini all’Argentina, sarebbe stato negato a qualsiasi altra società petrolifera al largo delle isole Falkland/Malvinas.

Secondo i media, la nascente industria petrolifera potrebbe trasformare radicalmente la società delle stesse isole: infatti, l’esplorazione di petrolio sta già garantendo un sostanzioso guadagno di milioni di dollari, ma la maggior parte degli abitanti rimane comunque ancora preoccupata per i possibili problemi causati relativi ai rapidi cambiamenti.