Momo e il paradosso dell’insalata in busta

Pubblicato il 16 Novembre 2011 alle 13:00 Autore: Matteo Patané
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DISCLAIMER: nell’articolo che segue sono riportati e commentati passaggi del romanzo MOMO (1973) di Michael Ende

Tra i grandi scrittori del XX secolo trova sicuramente un posto d’onore il tedesco Michael Ende, autore del capolavoro del fantastico DIE UNENDLICHE GESCHICHTE del 1979, ma troppo spesso relegato ad un ruolo di autore solo per ragazzi che non rende giustizia alla profondità filosofica spesso profetica delle sue opere.

In termini di stretta aderenza ai generi letterari, in effetti, solo le sue opere più tarde, quali DER SPIEGEL IM SPIEGEL o DAS GEFÄGNIS DER FREIHEIT, possono essere ascritti alla letteratura per adulti; eppure tutte le sue opere nascondono livelli di lettura che, al di là della presunta semplicità della trama o delle tematiche care alla letteratura per ragazzi, le rendono in realtà molto profonde e vivide allegorie della società contemporanea.

Questa dicotomia tra il presunto destinatario dell’opera – bambini e ragazzi – e la profondità della chiave di lettura nascosta dall’autore è particolarmente evidente in MOMO, romanzo del 1973 che, premiato l’anno successivo, preparò la strada al DIE UNENDLICHE GESCHICHTE che consacrò Ende alla fama e al successo.
Tema portante dell’opera è il tempo: una città – senza nome, per poter essere nessuna città e qualsiasi città – subisce la progressiva invasione dei Signori Grigi e della loro Banca del Tempo; i Signori Grigi convincono i cittadini a risparmiare il loro tempo e depositarlo in questa banca, tempo che poi i Signori Grigi usano per perpetuarsi e restare in vita. Solo una bambina, Momo per l’appunto, dalle origini misteriose e rifugiata in un anfiteatro – simbolo di arte e intrattenimento – sarà in grado di sconfiggere gli antagonisti e riportare la normalità nella città.

Dalla lettura del libro risultano particolarmente interessante il modo ed il significato dell’agire dei Signori Grigi; costoro si recano presso i cittadini e li convincono a modificare il proprio modo di agire e rapportarsi con gli altri in maniera da limitare tutti gli sprechi di tempo. Per sprechi di tempo, nell’ottica dei Signori Grigi, si intendono tutti i momenti che distolgono dall’esecuzione meccanica dell’attività lavorativa.
Il tempo così risparmiato, nelle false promesse degli antagonisti del romanzo, verrà immagazzinato nella Banca del Tempo, per essere poi riscosso quando più se ne vorrà fare uso.

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Per convincere i cittadini a donare il proprio tempo i Signori Grigi evidenziano, con sottrazioni successive riguardanti le voci più improbabili, come questi non abbiano del tempo a propria disposizione.
Prima che Momo, grazie all’aiuto di Mastro Hora e della tartaruga Cassiopea, risolva la trama del romanzo, quindi, la popolazione della cittadina si è trasformata in un perfetto esempio di nevrotizzante e nevrotizzata società contemporanea, in cui le relazioni sociali ed il gusto nello svolgere le proprie attività sono soffocati da una fretta compulsiva che porta questi vitali dettagli del vivere quotidiano ad essere relegati alla stregua di perdite di tempo.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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