Napolitano: “Attenzione al malessere sociale Niente elezioni e non si parli di colpi di stato”

Pubblicato il 16 Dicembre 2013 alle 18:53 Autore: Gabriele Maestri
napolitano a strasburgo contestato dalla lega

Auguri di buone feste, con la consapevolezza che la situazione è difficile e potenzialmente esplosiva. E’ questo il contenuto del discorso di Giorgio Napolitano, pronunciato oggi al Quirinale per gli auguri ai rappresentanti di istituzioni, forze politiche e società civile. In particolare, dal capo dello Stato è venuto l’invito alla “massima attenzione” a chi vive nel “disagio” e può cedere alla protesta violenta “in uno sterile moto di opposizione totale”.

Per Napolitano non c’è nulla di male in un “clima di civile confronto e di fruttuoso impegno” che però rispetti “i diritti di tutte le forze” rappresentate nelle istituzioni e riaffermi con nettezza le regole che le assemblee hanno stabilito per lo stesso confronto: per questo, occorre ricondurre “al massimo rispetto della legge” le varie situazioni, ma con “attenzione a tutte le cause di malessere sociale”.

Napolitano malessere sociale

Il presidente ha ammesso i “mutamenti incalzanti della scena politica” che stanno scuotendo l’Italia negli ultimi mesi, senza che questi cambiamenti siano ancora assestati o si possa capirne l’esito finale; si è anche concentrato sugli esiti più recenti del clima di insicurezza. “La crisi che ha investito l’Eurozona ha messo a dura prova la coesione sociale. Le più elaborate previsioni 2014 segnalano un rischio diffuso di tensioni e scosse sociali: un rischio che deve essere tenuto ben presente e fronteggiato in Italia”.

Proprio per questo è importante il rispetto della legge, ma occorre dare soprattutto “la massima attenzione a quanti non sono raggiunti da risposte al loro disagio: categorie, gruppi, persone, che possono farsi coinvolgere in proteste indiscriminate e finanche violente, in un estremo e sterile moto di contrapposizione totale alla politica e alle istituzioni”. In poche parole, per evitare i rischi di violenza, bisogna dare attenzione concreta alle situazioni di disagio: è bene che il Pil smetta di calare, ma la fine della crisi è ancora lontana.

Il primo clima sereno e sempre civile di confronto, però, dev’essere in Parlamento: con riferimento a tutto ciò che è accaduto dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi, “le estremizzazioni non giovano a nessuno e possono solo causare guasti nella vita democratica”, mentre “sempre e dovunque negli stati di diritto non può che riaffermarsi la separazione dei poteri tra politica e giustizia”. Per questo, mette in guardia Berlusconi, nessuno è “autorizzato ad evocare immaginari colpi di Stato a cui non saremmo estranei“.

TRA RIFORME ED ELEZIONI – Lo spettro da scacciare per Napolitano è costituito dalle elezioni anticipate. “E’ importante che l’Italia continui a essere governata nel 2014. L’Europa ci guarda”: meglio confermare la stabilità che guardare ora a nuove elezioni “dall’esito più che dubbio”. Non manca un appello a Forza Italia (che pure non è nominata): “La rottura del 2 ottobre non comporti l’abbandono del disegno di riforme costituzionali”, che devono quindi essere ancora condivise dall’opposizione. Riforme che devono comprendere l’addio al bicameralismo perfetto, il taglio dei parlamentari e la semplificazione del processo legislativo (“Sono ormai questioni vitali per la funzionalità e il prestigio del nostro sistema democratico”).

camera napolitano malessere sociale

La prima urgenza, però, resta la legge elettorale da cambiare: si attende – come è ovvio – il testo della sentenza della Corte costituzionale, pronuncia da cui le Camere dovranno trarre indicazioni utili. “Il Parlamento – ha aggiunto il capo dello Stato – ha già deciso di far ripartire dalla Camera un più risoluto e spedito esame delle diverse opzioni possibili per dare al Paese una legge che, insieme alle riforme costituzionali, soddisfi, con corretti meccanismi maggioritari, esigenze di governabilità proprie di una democrazia governante, di una democrazia dell’alternanza”.

Napolitano non ha evitato poi un passaggio personale, legato al suo “ritorno” al Quirinale, del tutto inedito nel contesto italiano: “Non c’è tentativo di spudorato rovesciamento della verità che possa oscurare quel mio atteggiamento o far dimenticare la pressante sollecitazione che venne a me rivolta da opposte forze politiche partecipi di una drammatica condizione di impotenza politica a eleggere il mio successore”. Napolitano però ricorda i limiti al suo secondo mandato, legati essenzialmente alla capacità degli eletti di portare a termine le riforme necessarie: “Doverosamente non mancherò di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità, in termini istituzionali e personali, dell’alto e gravoso incarico affidatomi”.

Grasso Napolitano malessere sociale

Anche il presidente del Senato Pietro Grasso è intervenuto quest’oggi, indicando alcune priorità: “E’ urgente rivedere il sistema del bicameralismo perfetto così come non è più rinviabile la revisione del regolamenti delle due Camere che possa assicurare anche a Costituzione vigente significativi recuperi di funzionalità, di tempo e efficacia”, sapendo che ormai la riforma della legge elettorale è “ineludibile”. E sulla dimensione europea, minacciata “da nazionalismi e populismi”, Grasso è netto: “crediamo fermamente che serva più unione e più Europa” e “una vera controffensiva europeista”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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