Cuba, la rivoluzione castrista compie 55 anni

Pubblicato il 3 Gennaio 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

Durante la notte di capodanno del 1959, dopo la sconfitta della battaglia di Santa Clara, il Presidente cubano Fulgencio Batista abbandonò Cuba mentre le forze ribelli guidate da Fidel Castro si dirigevano vittoriose all’Avana. Esattamente 55 anni dopo, sempre all’Avana, è stato celebrato l’anniversario della rivoluzione, alla quale hanno assistito circa 4000 persone. “Nemmeno il più gran sognatore avrebbe immaginato che saremmo arrivati qui”: così ha commentato l’attuale Presidente cubano Raúl Castro, il quale non ha esitato ad accusare la presunta campagna di sovversione politico-ideologica. Secondo quanto da lui dichiarato, essa mira a smantellare il sistema socialista introducendo il pensiero neo-liberista e neo-coloniale all’interno dell’isola.

Tuttavia, Castro si è detto fiducioso, aggiungendo che per 55 anni il governo cubano ha lottato costantemente contro “i piani di undici amministrazioni statunitensi che, con ostilità diversa, non hanno mai messo da parte il loro obiettivo di cambiare il regime economico e sociale portato dalla rivoluzione”. Dopo la storica stretta di mano tra il Presidente statunitense Barack Obama e il suo omologo cubano in occasione della cerimonia commemorativa per Nelson Mandela in Sudafrica, le relazioni fra Stati Uniti e Cuba potrebbero mutare abbastanza rispetto al passato.

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Proprio lo scorso dicembre, lo stesso Castro si era detto disposto a migliorare tali rapporti, aggiungendo: “Se vogliamo veramente fare progressi nelle relazioni bilaterali dobbiamo imparare a rispettare le reciproche differenze e abituarci a convivere con loro pacificamente, altrimenti no. Noi siamo pronti ad altri 55 anni come quelli trascorsi. Cuba non chiede agli Stati Uniti di cambiare il loro sistema politico e sociale, né è disposta a negoziare sul proprio”.

Nel frattempo, però, Cuba sta cambiando gradualmente. La prossima sfida del governo dell’Avana è l’abolizione del “doppio sistema monetario” presente nell’isola, che finora aveva creato soltanto distorsioni e disuguaglianze economiche fra i cittadini cubani. Nel suo discorso Castro ha riconosciuto gli errori commessi in passato, annunciando che il programma della rivoluzione sarà aggiornato ogni cinque anni. Inoltre, egli ha annunciato la volontà di “consultare” direttamente la popolazione cubana per le “decisioni di vitale importanza”, cosicché il governo possa rispondere ai reali interessi della popolazione e correggere gli eventuali errori.