Crisi Ucraina, Putin: “La forza adesso non serve ma potremmo usarla”

Pubblicato il 4 Marzo 2014 alle 13:45 Autore: Guglielmo Sano
Vladimir Putin

Pochi minuti fa, Vladimir Putin, è intervenuto direttamente sull’Ucraina: dalla sua dacia appena fuori Mosca, ha voluto raffreddare gli animi. Il presidente russo ha dichiarato: “al momento non serve l’uso della forza ma, in Crimea, potremmo usarla per difendere i cittadini russi” tuttavia “non intendiamo annettere la regione”. “Il governo di Kiev si appropriato del potere con la violenza” quindi è illegittimo, Yanukovich è l’unico presidente ucraino anche se non ha “futuro politico”: “è vivo – ha aggiunto Putin rispondendo alle voci che lo volevano deceduto – l’ho visto due giorni fa”.

“Tutte le minacce contro la Russia sono controproducenti” ha risposto così a chi vorrebbe sanzionare Mosca, inoltre, “chi non vuole venire a Sochi per il G8 è libero di non farlo”.

yanukovich

Il Presidente russo Putin, mentre continua lo stallo in Crimea, durante la mattinata aveva ordinato alle truppe impegnate nelle esercitazioni al confine con l’Ucraina, erano iniziate il 26 Febbraio, di rientrare nelle proprie sedi permanenti, ad annunciarlo è stato il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov che ha confermato, inoltre, l’esito positivo delle manovre.

Le esercitazioni, che si sono svolte nel distretto centrale e in quello occidentale della Federazione oltre che al confine ucraino, avevano coinvolto 150mila uomini, 90 aerei, 120 elicotteri, 880 carri armati, 80 navi da guerra della flotta del Mar del Nord e del Mar Baltico e, infine, 1200 mezzi di vario genere.

Dall’Ucraina di Maidan Nazalezhnosti hanno risposto con una mossa distensiva: Oleksandr Turcinov, presidente ad interim, ha fatto sapere che non darà la sua approvazione alla legge del 2012 che consente di avere più di una lingua ufficiale, finché non ci sarà una più precisa legislazione in materia.

Al momento, però, la Crimea resta in mano russa: le basi militari ucraine, almeno quelle che non si arrendono, sono circondate dai militari di Mosca (anche se Putin smentisce) e la rivolta contro le autorità di Kiev si estende a macchia d’olio in tutto l’est del paese, da Donetsk a Odessa.

Proprio nella “capitale” economica, Donetsk, i sostenitori del Cremlino sono scesi in piazza contro l’imposizione come governatore, da parte di Kiev, dell’oligarca Sergiy Taruta: le “milizie popolari” filo-russe hanno fatto irruzione nel palazzo del governo locale e vi hanno issato la bandiera russa.

Sembra che il Parlamento della regione mineraria del Dombass voglia seguire l’esempio crimeano: in queste ore a Sinferopoli si invoca la “piena indipendenza” e si cerca di stringere i tempi per il referendum che la dovrebbe determinare. Manifestazioni filo-russe si registrano anche a Dnipropetrovsk, terrà d’origine della Tymoschenko, e Odessa che però sembra in parte favorevole anche al governo di Kiev.

Mentre l’Ucraina si spacca, d’altra parte, militari russi continuano a sbarcare sulle sponde del Mar Nero, nonostante proprio la Tymoschenko abbia detto “dichiarando guerra all’Ucraina, Putin, ha dichiarato guerra anche ai garanti della nostra sicurezza: gli inglesi e gli americani”.

Dall’UE al momento non si sposa la tesi dell’intervento diretto e si cerca ancora di intraprendere la via diplomatica: si condanna la violazione della sovranità ucraina e l’uso della forza ma ancora non si parla di una “ vera e propria invasione”.

merkel obama putin

Il Ministro Mogherini, al suo esordio a Bruxelles, ha dichiarato su questa linea che “bisogna abbassare i toni” per “evitare lo scenario peggiore” cioè la divisione dell’Ucraina che avrebbe “conseguenze su altri scenari internazionali”: ricordando lo scambio di battute avuto con Lavrov, capo degli esteri di Putin, nei giorni scorsi ha riferito che anche la Russia “è cosciente delle necessità di una soluzione condivisa”.

La Merkel, intanto, ha affermato di non sapere se “Putin abbia ancora il contatto con la realtà” durante un colloquio telefonico con Obama, mentre, quest’ultimo pensa di congelare gli accordi di cooperazione militare con la Russia e di bloccare tutta una serie di accordi bilaterali se non comincerà una “de-escalation da parte della Russia”.

Putin ha risposto minacciando di non utilizzare più il dollaro come moneta di riserva e per le transazioni internazionali e di non pagare i propri debiti nei confronti delle banche americane. Glazyev, consigliere economico del Cremlino, a tal proposito ha riferito: “abbiamo ottimi rapporti economici e commerciali con i nostri partner all’est e al sud, troveremo il modo non solo di annullare la nostra dipendenza finanziaria dagli Usa, ma anche di uscire da queste sanzioni con grandi vantaggi per la Russia, ogni tentativo di annunciare sanzioni finirà in un crack per il sistema finanziario degli Stati Uniti che causerebbe a fine del dominio degli Usa nel sistema finanziario globale”.

 Guglielmo Sano


L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
Tutti gli articoli di Guglielmo Sano →