Il caso Mali: il pragmatismo e gli interessi delle missioni militari

Pubblicato il 16 Marzo 2014 alle 12:08 Autore: Raffaele Masto
missione mali

Partecipare o promuovere una missione militare internazionale non è solo un atto di altruismo per riportare la democrazia in un paese minacciato o, secondo un altro punto di vista, un tentativo di influenzare gli equilibri geo-strategici interni o della regione.

Per capire quali vantaggi porta una missione internazionale non ci si dovrebbe perdere una notizia come quella passata quasi inosservata in questi giorni sulle agenzie internazionali.

Due imprese francesi, la Thales e la Razel-Bec, hanno ottenuto appalti per la costruzione in Mali di una serie di infrastrutture nel nord del paese, in particolare le piste di atterraggio nelle città di Kidal e Tessalit.

mali intervento

Solo questi due contratti hanno un valore di 34,7 milioni di euro e sono stati attribuiti dalle Nazioni Unite alla Francia come una sorte di ricompensa nell’ambito della Missione Onu per la stabilizzazione in Mali, la Minusma.

Con queste informazioni si capisce meglio cosa spinge paesi o alleanze di paesi a lanciare costose missioni internazionali all’estero.

Se si calcola che sulla costruzione di una rete di strade nei deserti del Nord del Niger e del Mali puntavano anche una serie di imprese asiatiche, cinesi soprattutto ma anche sud coreane e malesi, si capisce meglio cosa è anche stata la missione Serval in Mali e l’accanimento della Francia ad ottenerne la realizzazione, l’approvazione dell’Onu e il comando di fatto.

Insomma, con la missione francese in Mali Parigi ha ottenuto appalti milionari per le proprie imprese che, in tempi di crisi, potranno mantenere l’occupazione e, inoltre, ha tenuto lontani, da un Africa considerata ancora una sorta di cortile di casa, le pericolosissime e aggressive imprese asiatiche delle economie emergenti.

guerra mali

Le varie formazioni dell’integralismo islamico (Al Qaeda per il Maghreb Islamico, Ansar Eddine, il Movimento per l’Unicità e il Jihad) che hanno “obbligato” la Francia ad intervenire hanno infine quasi fatto un favore a Parigi che altrimenti avrebbe probabilmente perso questa opportunità economica.

Personalmemte avevo plaudito all’intervento francese che aveva sventato all’ultimo minuto la conquista dell’intero Mali da parte di queste forze dell’integralismo. Sono ancora convinto che un intervento militare che sventasse quel pericolo fosse assolutamente necessario.

Ciò non toglie però il fatto di essere consapevoli che alcune necessaità internazionali si realizzano non per caso, ma per precisi interessi.

 Raffaele Masto




L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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