Erdogan stringe la morsa sulle ONG

Pubblicato il 4 Gennaio 2021 alle 12:07 Autore: Mattia Vignolini

Il Parlamento della Turchia ha approvato la scorsa settimana una legge che aumenterà il controllo del governo su associazioni e fondazioni appartenenti alla società civile. Secondo molti critici ed organizzazioni del Paese, la legge per “Prevenire il finanziamento della proliferazione di armi di distruzione di massa” limiterà le libertà e i diritti delle ONG che operano sul territorio nazionale.

Promossa dal partito AK del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, la norma assegna al Ministro degli Interni il potere di sostituire i funzionari delle ONG indagati per terrorismo e nominarne di nuovi. Il Ministero degli Interni può inoltre bloccare le attività delle organizzazioni considerate sospette, limitarne la raccolta fondi e ordinare ispezioni governative.

Il tramonto della società civile?

I timori delle ONG, tra cui Amnesty International e l’Associazione per i diritti umani, non sono tanto rivolti alla legge, quanto all’arbitrarietà con cui il governo potrebbe applicarla per tentare di soffocare il dissenso. In Turchia sono infatti molti i giornalisti e gli attivisti arrestati con vaghe accuse di terrorismo. Il presidente Erdogan ha inasprito la lotta al terrorismo in seguito al fallito colpo di stato del 2016, che ha portato all’arresto di migliaia di persone.

Molte organizzazioni della società civile turca rischiano adesso di essere chiuse definitivamente e i loro membri di essere indagati. Secondo quanto dichiarato dal governo, la legge è stata introdotta in conformità alla risoluzione delle Nazioni Unite per il contrasto al terrorismo ed al finanziamento delle armi di distruzione di massa. Le misure approvate dal Parlamento sembrano però andare oltre a ciò che la risoluzione prevede.

Tra le fila dell’opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (CHP) ha lasciato intendere che potrebbe rivolgersi alla Corte costituzionale per giudicare la legittimità del provvedimento. Sulla legge si è espressa anche la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic, che ha criticato i tentativi “di introdurre una legislazione che limiti ulteriormente le attività legittime delle ONG”.