Referendum indipendentista Veneto: attesa per risultati

Pubblicato il 20 Marzo 2014 alle 12:14 Autore: Gabriele Maestri

Domani saranno pubblici i risultati del referendum indipendentista indetto in Veneto. Nonostante l’assenza di valore legale, la consultazione ha una forte valenza simbolica.

Un milione gli elettori attesi alle urne. Mentre gli indipendentisti più convinti parlano addirittura di “secessione dichiarata per domani alle 18”. Del resto in Veneto l’astio verso lo Stato e “Roma ladrona” è forte.

Secondo gli indipendentisti, il Veneto per lo Stato è una “vacca da mungere”, che però sta diventando “sempre meno grassa”, visti i risultati di Unioncamere che segnalano il ritorno del Pil regionale ai livelli del 2001.

veneto

Per gli organizzatori, la consultazione – alla quale è possibile votare sia online che nei gazebo allestiti nelle sette province – ha già registrato molti voti: a ieri si parlava del 35% degli aventi diritto. Il referendum cade in un momento altrettanto simbolico, vista la contemporaneità della consultazione in Crimea. Un elemento in più a sottolineatura del profondo malessere veneto.

Quali sono gli elettori più convinti? Un popolo vasto ed eterogeneo, tra leghisti fuoriusciti, delusi da Forza Italia e M5S e, ovviamente, “forconi”. Ma non solo. Per la creazione un fronte che rappresenta lo specchio di un popolo – quello del Nordest – che si considera “tartassato di tasse” e a cui lo Stato è chiamato a rispondere. D’altronde, come sottolineato a più riprese dagli stessi veneti, “la colpa non è degli organizzatori del referendum, ma dei governi nazionali che non danno risposte”.

Giuseppe Spadaro

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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