Democrazia e libertà di espressione

Pubblicato il 25 Febbraio 2012 alle 13:16 Autore: Matteo Patané
democrazia e libertà di espressione

Articolo scritto in collaborazione con Valentina Pastorello

Negli ultimi secoli, con la diffusione degli ideali dell’Illuminismo, il benessere dell’individuo è diventato un concetto sempre più importante nel mondo occidentale. Questa tendenza si riflette nell’applicazione del concetto di welfare state e nella tutela legale di un certo numero di diritti inalienabili. Molte legislazioni nazionali e sovranazionali oggi riconoscono la libertà di parola e di espressione come uno di questi diritti. Ad esempio, l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948) recita:

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Tuttavia, fino a che punto questa libertà debba essere tutelata dalla legge è ancora oggetto di dibattito. C’è infatti chi vorrebbe imporre alcune limitazioni che facciano prevalere altri valori, quali ad esempio il rispetto della verità, dell’onore, dell’ordine pubblico e della moralità.
Uno dei temi su cui il dibattito è particolarmente acceso è quello del revisionismo storico (negazionismo). Tuttavia, il pluralismo di espressione è una componente fondamentale di ogni democrazia sana, e sebbene in alcuni casi un certo numero di limitazioni sia necessario per negoziare tra i diritti delle parti coinvolte, tale necessità deve sempre essere supportata da motivazioni ragionevoli, come stabilito dalla Corte Europea dei Diritti Umani.1

In primo luogo, l’importanza fondamentale della libertà di parola ed espressione risiede nel fatto che promuove la crescita culturale e di conseguenza il progresso, dal momento che l’esercizio di tale diritto riguarda la diffusione della produzione artistica in tutte le sue forme e la possibilità di scambiare punti di vista e informazioni in tutti i campi del sapere. Per esempio, la diffusione della conoscenza storica è necessaria per evitare gi errori del passato e trovare nuove soluzioni per costruire un presente e un futuro migliori.

L’effetto positivo della libertà di espressione in una democrazia è particolarmente evidente se si considerano i diritti che discendono direttamente da tale libertà, ovvero la libertà di stampa e la libertà di informazione,2, che dovrebbero essere analogamente protetti dalla legge dato che l’espressione di un pensiero è inscindibile dalla sua condivisione. Servendosi del diritto di diffusione dell’informazione, i media sono diventati una componente essenziale di qualsiasi sistema democratico, poiché agiscono come organo di controllo verso i tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario), nel tentativo di raggiungere una maggiore trasparenza che consenta al corpo elettorale di giudicare i politici nel modo più equo. In altre parole, informando i cittadini i media fanno in modo che questi possano esercitare il loro diritto di voto in maniera consapevole.
Negli ultimi due decenni Internet si è rapidamente diffuso in tutto il mondo, segnando un balzo in avanti senza precedenti nel processo di condivisione delle informazioni, che è diventato sempre più semplice, rapido ed efficace. La libertà di espressione ha tratto benefici enormi dalla diffusione di Internet. La rete si differenzia dai mezzi di comunicazione tradizionali come la stampa, la radio e la televisione poiché è condivisa, e pertanto difficile da possedere o da controllare (sebbene non impossibile, come dimostrato dal Golden Shield Project, attraverso il quale in Cina viene attuata la censura su Internet). Inoltre, con i media tradizionali la trasmissione delle informazioni avviene in maniera unidirezionale, mentre la rete consente ai suoi utenti di connettersi tra loro, condividere risorse e contenuti e addirittura introdurre nuovi servizi e tecnologie. Così facendo, gli utenti di Internet contribuiscono ulteriormente al suo sviluppo, rafforzando il principio del pluralismo dell’informazione.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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