Mail Isis all’America

Pubblicato il 22 Agosto 2014 alle 14:48 Autore: Guglielmo Sano

Lo Stato islamico dell’Iraq (Isis) il 12 Agosto si è messo in comunicazione con la famiglia di James Foley preannunciandone l’esecuzione in una mail. Il filmato ormai tristemente noto della stessa sarebbe stato diffuso una settimana più tardi il 19 Agosto. Oggi il Global Post, il giornale presso cui Foley lavorava, ha pubblicato il testo della mail in questione: le parole in essa contenute sono un vero e proprio messaggio all’America.

Quanto a lungo la pecora seguirà il pastore cieco?”, con queste parole comincia la lettera che poi prosegue “vi abbiamo lasciato in pace sin dalla vostra sconfitta in Iraq, non abbiamo interferito col vostro paese né abbiamo attaccato i vostri cittadini mentre erano al sicuro nelle loro case nonostante potessimo farlo”. Poi riferendosi a coloro che sono stati sequestrati nella mail si può leggere “per quanto riguarda la feccia della vostra società che abbiamo fatto prigioniera: HANNO OSATO ENTRARE NELLA TANA DEL LEONE E SONO STATI DIVORATI!”.

Nel testo si può anche trovare un riferimento a “numerosi tentativi di negoziare un rilascio dietro pagamento di denaro come molti altri paesi hanno accettato di fare”. La famiglia riferisce che in realtà l’Isis ha tentato di chiedere un riscatto solo il 26 Novembre 2013, un anno dopo l’avvenuto rapimento di Foley in Siria: 100 milioni di dollari e il rilascio di un numero imprecisato di prigionieri detenuti nelle carceri statunitensi, riferisce il Wall Street Journal.

isis iraq foley

Insieme all’aiuto del Global Post, come testimoniato alla Cnn dall’editore del giornale Phil Balboni, i cari di Foley stavano cercando di raggiungere una cifra compresa tra i 2,6 e i 5 milioni di euro di solito bastevole alla liberazione di un ostaggio. Le speranze sono definitivamente crollate all’inizio dei raid americani sull’Iraq l’8 di Agosto.

Il governo americano da parte sua non ha mai nascosto la profonda contrarietà al pagamento di qualsivoglia riscatto per la liberazione di un ostaggio, americano o meno. Tuttavia, secondo una testimonianza riportata dal Daily Telegraph, un commando Usa avrebbe tentato senza successo di liberare Foley intorno al 4 Luglio con un blitz a Raqqa, nell’est della Siria.

Da tre giorni è partita la caccia a “John” il carnefice di Foley, a quanto pare cittadino inglese.

Dopo la diffusione del video dell’esecuzione del reporter americano è aumentata la paura per le possibili azioni dell’Isis al di fuori dell’Iraq e del “mondo arabo” in generale. Si teme che l’agguerrita “multinazionale del terrore” possa colpire in Europa come negli Usa visto che al momento sembra essere riuscita a catalizzare la rabbia in particolare delle giovani “seconde generazioni” di immigrati.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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