L’avanzata degli euroscettici in Germania

Pubblicato il 2 Settembre 2014 alle 09:39 Autore: Antonio Scafati

Le elezioni le ha vinte la Cdu di Angela Merkel ma i titoli sui giornali se li sono presi gli euroscettici dell’AfD. Lo scorso week end, il rinnovo del parlamento della Sassonia, land nella Germania orientale, ha proiettato gli euroscettici tedeschi a un passo dalla doppia cifra: 9,7 per cento, più che abbastanza per entrare per la prima volta nel parlamento di un land. Tutto qui? No, i prossimi obiettivi si chiamano Turingia e Brandeburgo, due land dove si vota a metà settembre e dove secondo i sondaggi l’AfD può replicare il successo ottenuto in Sassonia.

L’AfD (Alternative für Deutschland) è nato appena un anno fa per dire no ai piani di salvataggio dell’Europa nei confronti dei paesi meridionali: l’AfD ha raccolto e canalizzato quel sentimento di frustrazione provato da parte della società tedesca. Punta all’uscita della Germania dall’euro ma non dall’Unione europea. Dice di voler difendere valori come la famiglia tradizionale. Chiede controlli più severi alle frontiere. Mette la lotta alla criminalità tra le priorità. In Sassonia queste cose hanno pagato: come ammesso anche da Merkel, ci sono problemi da risolvere, primo fra tutti la criminalità ai confini con la Polonia e la Repubblica Ceca.

AfD

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Alle elezioni europee l’AfD ha ottenuto sette seggi. Per ora non è riuscito ad entrare nel Bundestag, la camera bassa del Parlamento tedesco. Il risultato in Sassonia ha sorpreso anche i vertici del partito.

Scrive la BBC che secondo alcuni l’AfD “è un partito che parla al popolo, sfidando l’establishment filo-europeista della Germania, e al contrario degli altri partiti non ha paura di affrontare questioni spinose. Secondo altri è una pericolosa forza populista, piena di sentimenti anti-stranieri, che dà all’estremismo di destra un volto rispettabile”.

Il risultato delle ultime ore riflette un voto di protesta che si sta espandendo su larga scala, ha spiegato Angela Merkel. L’AfD ha rubato voti a destra e a sinistra, così come capita spesso a partiti su posizioni euroscettiche. La Cdu ha lasciato ai nuovi avversari 33mila voti, secondo lo Spiegel. I liberali, precipitati nel voto in Sassonia, circa 18mila. Il rischio immediato per i partiti tradizionali tedeschi è proprio questo: vedere pezzi importanti del proprio elettorato andare altrove. E ciò potrebbe ridisegnare non tanto le gerarchie politiche quanto gli equilibri della Germania, prima regionali e poi forse anche nazionali.

La frase di Frauke Petry, 39 anni, candidata dell’Afd in Sassonia, spiega bene il punto di vista degli euroscettici del partito: “Si sono liberati molti posti vicino alla Cdu”, vale a dire che molte delle battaglie portate avanti nel corso degli anni dalla Cdu e dai liberali della Fdp in Germania stanno trovando nuova rappresentanza politica.

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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