Confesercenti: niente ripresa nel 2014, insufficiente nel 2015

Pubblicato il 9 Settembre 2014 alle 10:10 Autore: Emanuele Vena
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Nulla nel 2014 ed insufficiente nel 2015. E’ l’analisi di Confesercenti a proposito della ripresa economica in Italia. Secondo l’associazione gli ultimi 3 mesi del 2014 non basteranno per invertire il trend negativo del Pil. Ma ciò che preoccupa maggiormente sono le previsioni sul 2015, che parlano di una crescita insufficiente per far ripartire investimenti ed occupazione.

LE STIME – Confesercenti stima un dato complessivo sul Pil 2014 del -0.2%, con una leggerissima risalita rispetto ai primi 6 mesi, ma insufficiente per chiudere in positivo. Il 2015, invece, rischia di rivelarsi solamente una “mezza volta buona” per la crescita, come dichiarato dal presidente dell’associazione, Marco Venturi. Per il prossimo anno è prevista una crescita del Pil inferiore all’1%: 0.9, per la precisione. Un dato che, secondo Confesercenti, non basterà a stimolare in maniera sufficiente investimenti ed occupazione.

TROPPE TASSE – La colpa di ciò è dovuta anche al notevole carico fiscale sostenuto da famiglie ed imprese. Nel triennio 2009-2012 esso è cresciuto di ben 20 miliardi, con una pressione fiscale e contributiva al 44% del Pil, un dato con il quale, secondo Venturi, “non si può pensare di crescere”.

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QUADRO NON ENTUSIASMANTE – Per Confesercenti questo scenario è da ritenersi “non certo entusiasmante”, anche perché non c’è “un’inversione di tendenza”. L’incertezza che continua ad interessare l’economia italiana risulta gravente lesiva nei confronti della fiducia dei cittadini e, di riflesso, in un’ottica di rilancio dei consumi interni. Le famiglie nel 2015 dovrebbero spendere appena lo 0.7% in più, mentre migliorerà la situazione per quanto riguarda gli investimenti fissi – che potrebbero passare dal -1.5% attuale al +1.6% – e il livello generale dei prezzi, con un +0.7% che dovrebbe scongiurare scenari di deflazione persistente.

DISOCCUPATI ED IMPRESE – Drammatico il dato sulle imprese chiuse nel settore del commercio: solo nei primi otto mesi dell’anno le chiusure sono state circa 25 mila. Il tasso di disoccupazione nel 2015 dovrebbe calare leggermente, dal 12.5% al 12.3%, un dato che resta comunque allarmante. Per Confesercenti bisogna agire sull’occupazione tra i 20 ed i 64 anni – ad oggi inferiore al 60% – e l’occupazione femminile nella stessa fascia d’età, addirittura inferiore al 50% e con un gap di circa 20 punti rispetto alla media europea.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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