F35, a giorni la decisione definitiva. L’appello degli intellettuali per il No

Pubblicato il 10 Settembre 2014 alle 18:47 Autore: Redazione

Sono giorni decisivi per gli F35, i cacciabombardieri che il governo intende comprare per rafforzare il potenziale militare italiano, ma la cui reale efficacia appare piuttosto discutibile, se commisurata al costo che lo Stato dovrà sostenere per poter perfezionarne l’acquisto, circa 14 miliardi di euro. Le polemiche degli ultimi mesi, suscitate dalla scoperta di una serie di difetti strutturali nei sottosistemi di cui tale modello di velivolo (il cui nome completo è Joint Strike Fighter-F35) è composto, sembrano non intaccare i progetti dell’esecutivo Renzi e del ministro della difesa Roberta Pinotti, che dovrà prendere una decisione definitiva dopo il temporeggiare da parte dei suoi due predecessori, Di Paola e Mauro.

F35

A pochi giorni dal voto sulle mozioni che chiedono al governo di cancellare l’acquisto dei caccia, si palesa la posizione del Pd. Con una nota a firma del deputato Gian Piero Scanu, componente della Commissione Difesa a Montecitorio, il Partito Democratico ha presentato una mozione per«dimezzare il budget finanziario originariamente previsto», una formula compromissoria che potrebbe mettere d’accordo tutti, compresi i civatiani, che hanno sempre dichiarato un’aperta contrarietà nei confronti del progetto, analogamente a Sel, il cui deputato Giulio Marcon – in un articolo sull’Huffington Post, pubblicato lunedì – ricordava che proprio Renzi, fino all’anno scorso, «si chiedeva a cosa servissero questi cacciabombardieri da 110 milioni di euro l’uno. Nonostante ciò – e nonostante non ci siano risorse per far fronte alla crisi – il governo da lui presieduto continua  nella folle avventura della produzione e costruzione di 90 F35, capaci di trasportare ordigni nucleari, il tutto al costo complessivo di 14 miliardi di euro».

La mobilitazione dei contrari agli aerei militari continua anche fuori dai palazzi della politica. A fornire il proprio contributo alla campagna per il disarmo “Taglia le ali alle armi” sono arrivati, con un loro appello, anche sette importanti personalità del mondo della cultura, del cinema e dello spettacolo: Roberto Saviano, Alex Zanotelli, Mario Martone, Toni Servillo, Alice Rorhwacher, Stefano Benni e Ascanio Celestini, tutti nomi da sempre attivi nell’ambito di iniziative legate al pacifismo e alla difesa dei beni comuni.

L’appello, come si legge nel testo sottoscritto dai sette intellettuali succitati, si sostanzia semplicemente nel chiedere ai parlamentari “di sostenere tutte le mozioni parlamentari rivolte a fermare il programma degli F35 e tutte le iniziative della società civile, delle campagne e del movimento per la Pace che chiedono la riduzione delle spese militari a favore del lavoro, dei giovani, del welfare e delle misure contro la crisi economica”. In tempi di tagli alla spesa pubblica, l’acquisto di aerei militari appare una decisione deleteria per la comunità, nonché inconciliabile con il programma che il governo intende concretizzare: “Spendere 14 miliardi di euro – si legge nell’appello degli intellettuali – per produrre e comprare (e oltre 50 miliardi per l’intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco e capace di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute è una scelta incomprensibile che il Governo italiano deve rivedere.”

Dall’altra parte della barricata, il Nuovo Centrodestra ha presentato una mozione che invece tende a promuovere l’acquisto dei cacciabombardieri, sottolineando i potenziali ricavi economici che l’Italia potrebbe trarne. Nella mozione, si legge che bisogna “ricercare ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti già effettuati nella F.A.C.O e la sua competitività quale polo produttivo e logistico internazionale”.

 

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