Riforma lavoro, Camusso (Cgil) “Se si fa decreto sarà sciopero generale” Bagnasco: “Art 18 non è dogma”

Pubblicato il 27 Settembre 2014 alle 13:41 Autore: Gabriele Maestri

Aumenta la tensione sul tema lavoro: se il governo proseguirà sulla riforma del lavoro attraverso un decreto occorrerà indire “lo sciopero generale“. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo all’assemblea nazionale della Fiom. “Se si decidesse – ha scandito – di procedere con il decreto bisognerà proclamare lo sciopero generale”. “Dovrà essere una grande manifestazione e non basterà indirla per riempire la piazza, il clima è complicato. Dobbiamo chiedere a tutti, anche a precari, disoccupati, inoccupati, di essere in piazza non solo contro il governo, ma anche per condividere le nostre proposte”.

“Alla manifestazione (della Confederazione fissata il 25 Ottobre) saremo da soli ma – e nella Fiom c’è una sensibilità su questo che non c’è nelle altre categorie – noi dobbiamo reincrociare Cisl e Uil, e nel direttivo di oggi pomeriggio faremo in modo di proporglielo. Se le decisioni del governo andranno nel senso che sembra proclameremo lo sciopero generale”.

cgil susanna camusso

Susanna Camusso ha precisato: “Il 25 ottobre sarà l’inizio di una stagione di mobilitazione che si articolerà non solo con le grandi manifestazioni, ma anche in tutti i territori. Tutta la discussione di questo periodo è puntata a dividere, a partire dal lavoro. Noi dobbiamo fare quello che sappiamo: unire i lavoratori”. L’assemblea sarà chiusa dall’intervento del segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, e la proposta di un documento conclusivo unitario.

Intanto dalla Chiesa arrivano nuove critiche al governo. Questa volta è il turno del cardinal Bagnasco: “L’articolo 18 non è un dogma di fede – ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale italiana in un incontro con i sindacati – e la sua eventuale abolizione serve solo se crea posti di lavoro altrimenti non serve a niente”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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