Francia, la Manif Pour Tous divide la destra: “Sarkozy opportunista”

Pubblicato il 6 Ottobre 2014 alle 11:16 Autore: Niccolò Inches

I manifestanti, ripartiti secondo provenienza regionale, sfornano riferimenti storici e letterari per dire no ai “Progetti ignobili” dei loro governanti: dalla Croce di Lorena simbolo della Resistenza ai tanti improvvisati Gavroches, personaggio dei Miserabili di Victor Hugo. Il berretto rosa, poi, diventa il copricapo ufficiale dell’evento, quasi a scimmiottare il ‘Bonnet Rouge’simbolo della protesta agricola e fiscale nel nord della Francia. Non mancano citazioni contemporanee anti-sistema, come i volti mascherati alla Anonymous con tanto di carrelli e bebé a mo’ di prodotti supermarket, mentre sono più rari gli elementi più spiccatamente reazionari. Si nota solo un gruppo isolato di Crociati 2.0 e sporadici fan di Vladimir Putin, spauracchio del mondo gay nel Vecchio Continente: “Le sue leggi sugli omosessuali sono equilibrate: negano solo il proselitismo”, ci confida un partecipante con cappotto filo-russo.

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Photo by Cécile Paradis

Più in generale, tuttavia, la sensazione è che la nuova Manif pour Tous sia un insieme più omogeneo e ‘rispettabile’ dei precedenti movimenti popolari anti-Hollande, a partire da quello del ‘Giorno della Collera’ lo scorso inverno, divenuto (in parte) raduno per corpuscoli neofascisti.

Al di là di diverse dichiarazioni a tinte forti, come taluni paragoni tra matrimonio gay e schiavitù, non si intravedono focolai estremisti entro il perimetro del corteo. Al contrario, la Manif è anche l’occasione per rimettere al centro dell’attenzione il destino dei cristiani in Medioriente, con la presenza dell’associazione Cristiani d’Oriente e di numerose bandiere siriane e irachene. Altro segno della ‘dédiabolisation’ degli anti-nozze gay è il ridimensionamento della vulcanica portavoce Frigide Barjot, un tempo arringatrice di folle oggi reinventatasi dialogatrice del gruppo ‘Famiglia Bio’, che denuncia la GPA senza negare diritti per gli omosessuali.

A proposito di personalità di rilievo, ancora una volta sono le divisioni politiche e le assenze tra le file della destra francese a tenere banco. Se per il Front National è la nipote d’arte Marion Maréchal-Le Pen a fare da portabandiera dei populisti alla Manif, l’UMP si spacca confermando la diversità di orientamenti tra i cavalli di razza del partito Alain Juppé e François Fillon, contrari all’annullamento del Mariage pour Tous, e i vari Laurent Wauquiez, Jean-Frédéric Poisson, Henri Guaino e Hervé Mariton, presenti al corteo. Quest’ultimo, candidato alla presidenza del partito in vista del voto di fine novembre, è uno dei più convinti propugnatori dell’abrogazione della Loi Taubira.

Abbiamo intrattenuto un breve colloquio con il deputato di origine algerina in un bistrot di Montparnasse, a margine della manifestazione: “Su questo tema bisogna essere chiari. Il mandato di François Hollande è stato contraddistinto da forti ambiguità. L’opposizione potrà vincere nel 2017 solo se saprà essere chiara sui grandi temi, a cominciare da questo”, ha esclamato Mariton in merito alle fratture intestine all’UMP.

Laddove riuscisse a conquistarne la leadership, Mariton si dice fiducioso per la ricerca di consenso nel partito sulla cancellazione della norma: “E’ possibile. Credo che si possa benissimo trovare una maggioranza su questa linea”.

Il nodo principale tra i neo-gollisti resta l’esitazione del ‘Conte di Montecristo’ della destra Nicolas Sarkozy, che nel corso della sua intervista-rentrée a France 2 lasciava intendere di non voler rimetter mano alle nozze gay una volta tornato al potere: “Penso che sia un peccato e anche un po’ triste. Non si fa politica per opportismo o per calcolo, preferirei un impegno più franco. si diverte a mobilitare attorno a sé personalità che hanno certe idee e altre che propendono per l’idea opposta. Laurent Wauquiez oggi è qui, altri nei giorni scorsi hanno espresso opinioni diverse. Non è così che si fa politica”.

Niccolò Inches
Twitter: @niccolink

L'autore: Niccolò Inches

Laureato in Scienze Politiche, ho frequentato il Master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la S.I.O.I di Roma. Scrivo per Termometro Politico da Parigi, con un occhio (e anche l'altro) sulla politica dei cugini d'Oltralpe. Su Twitter sono @niccolink
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