Trasferimenti, tanti prestiti e poca valorizzazione dei giovani talenti nostrani

Pubblicato il 17 Aprile 2014 alle 19:17 Autore: Calcio Finanza

“Alla luce dei dati, anche se non c’erano bisogno di ulteriori conferme, si evince che il mercato “calcio” italiano è povero, lo dimostra il fatto che quasi 7 operazioni su 10 sono costituite da prestiti o trasferimenti a parametro zero.
Si continua a ripetere che in mancanza di soldi il mercato lo fanno le idee e pare proprio, che alla luce dei dati di cui sopra, sia proprio così”. Così commenta Luca Compiani, esperto agente di calciatori, a Calcio&Finanza il Report Calcio 2014, presentato ieri a Roma, e che sta facendo riflettere molto sulla salute del calcio tricolore.
“I nostri Direttori Sportivi non avendo possibilità economiche importanti si organizzano con scambi e prestiti cercando in giro il “colpo” Pogba – ha continuato Compiani – un binomio ideale dal punto di vista tecnico ed economico, anche se quello rimarrà una mosca bianca”.

Si punta tanto sui prestiti e poco sulla valorizzazione dei giovani

La comproprietà è un tipo di operazione utilizzata solo ed esclusivamente in Italia e neppure l’Eca la mai analizzata. Secondo il Report Calcio2014 la percentuale di prestiti o, appunto, comproprietà in Italia si è attestata al 51% su 2.533 trasferimenti effettuati nei due scorsi campionati, concedendo maggior preferenza a quelli verso le leghe minori, il 70% in entrata e l’80% in uscita. Per un totale di 76 milioni di euro.
“Il più viene fatto in casa nostra per vari motivi: mancanza di soldi, poco gradimento da parte dei giocatori militanti in altri campionati a venire in Italia e sicuramente anche per il blocco degli extracomunitari non facilita le cose.
Ripeterò anch’io quanto più volte detto da molti addetti ai lavori, ma per migliorarci dovremo puntare sui giovani purchè siano però giovani di qualità e non perchè obbligati dal sistemi come accade in Serie D o Lega Pro”.

Il numero di giocatori scambiati è molto molto elevato se si considera che rappresenta il 46% del totale delle cinque maggiori leghe europee (5.491) con il 56% è costituito da uscite verso club di altre serie in Italia o di altre leghe europee o extra-europee, il 29% da entrate da club di divisioni inferiori in Italia o di altre leghe europee o extra-europee, il 15% da passaggi fra club di Serie A.
“Su 8 squadre che disputeranno le semifinali di Champions League e Europa League 4 squadre sono Spagnole. Da una piccola analisi queste 4 squadre hanno rose con giocatori di età media di 26 anni. La Juventus, la nostra squadra migliore che in Italia fa piazza pulita in ogni stadio e che è candidata alla vittoria pure in Europa ha una media di 29 anni. Sono dati che abbinati a quelli analizzati in precedenza dovrebbero far riflettere”, conclude Luca Compiani.

 Maldini rincara la dose

“La qualità e gli investimenti tra le italiane e le altre squadre europee sono diversi. Abbiamo perso velocità e quindi soffriamo tanto. In Champions tiferò per Ancelotti». Lo ha detto Paolo Maldini, ex giocatore del Milan, durante l’evento ‘Cancro, cancelliamolo insieme con il 5×1000’. “Per dare una filosofia al settore giovanile – ha aggiunto Maldini – c’è bisogno di tempo, i risultati non possono arrivare subito. Bisogna avere il coraggio di fare un piano quinquennale. Il segreto è abbinare gli investimenti della prima squadra a quelli per i giovani. Non è che se la prima squadra va bene, lasci il settore giovanile”.

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