Ebola vince in Africa

Pubblicato il 14 Ottobre 2014 alle 09:31 Autore: Raffaele Masto

Informazione e provvedimenti per fermare l’epidemia di ebola dimostrano ancora una volta che il modo di vedere e interpretare il mondo dipende dalla prospettiva, cioè dal luogo dal quale si guarda.

Ebola infatti sta scatenando una psicosi in Europa e Stati Uniti dove l’ipotesi di una diffusione a livello di epidemia del virus è veramente remota perché gli ospedali sono in grado di praticare isolamento e quarantene e nello stesso tempo di somministrare terapie in sicurezza ai pazienti affetti dal virus.

Tutte cose che in Africa non è possibile fare e, anche quando arriveranno gli aiuti promessi, sarà possibile fare solo parzialmente perché in Guinea, Sierra Leone, Liberia ci sono villaggi irraggiungibili, non ci sono strade asfaltate, non ci sono ambulanze attrezzate. Si dovrebbe poter contare su elicotteri attrezzati, ma in questo caso la logistica e i costi diventerebbero insostenibili.

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Photo by DFID – UK Department for International DevelopmentCC BY 2.0

Dunque la psicosi in Europa e Stati Uniti non è giustificata, mentre lo sarebbe in Africa se si trasformasse in azioni concrete e in aiuti immediati e copiosi. Si, perché è in Africa che si dovrebbe fermare la diffusione del virus per essere certi che non ci sarà una epidemia in Europa e Stati Uniti.

Oggi Guinea, Liberia e Sierra Leone sono come una ferita che è stata lasciata andare in suppurazione ed ora sparge virus, pus e infezioni in tutto il resto dell’organismo. Insomma, si sta ripetendo, moltiplicato per mille a causa della virulenza di ebola, ciò che avviene da sempre per la malaria, per la tubercolosi, per il colera. Invece di curare quella ferita si fa esattamente il contrario.

Ho l’impressione che ancora oggi si sottovalutino le dimensioni dell’epidemia in Africa. Ebola infatti sta ancora avendo la meglio e anzi ha raggiunto una crescita esponenziale che è proprio ciò che bisogna evitare che facciano le epidemie.

Il tasso di riproduzione netto di una malattia è una cifra che in epidemiologia indica quante persone infetterà in media ogni singolo malato. Per sconfiggere una epidemia questo numero deve arrivare a zero, mentre nei paesi dell’Africa occidentale oggi è intorno a 1,5-2. Dunque il numero di casi raddoppia ogni tre settimane circa.

Se si fa una semplice proiezione si capisce che stiamo parlando di numeri da paura. Ecco è quella ferita infetta che bisogna guarire per evitare la diffusione della malattia. Quanto più si lascia una ferita infetta senza terapie tanto più difficile sarà curarla.

Immagine in evidenza: photo by Army MedicineCC BY 2.0

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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