Nigeria: Bring Back Our Girls, forse qualche speranza

Pubblicato il 20 Ottobre 2014 alle 07:35 Autore: Raffaele Masto

In Nigeria è stato annunciata una tregua tra il governo federale e Boko Haram. All’interno di questa intesa c’è anche un accordo per la liberazione delle liceali rapite a Chibok, nello stato del Borno, nell’aprile scorso.

In Nigeria si avvicinano le elezioni che si terranno a febbraio e sono cominciate le grandi manovre. Ma nonostante ormai tutto ciò che accade vada visto con la logica delle elezioni, l’accordo annunciato potrebbe essere verosimile e, più o meno presto, una parte delle ragazze sequestrate potrebbero essere liberate.

Dico “una parte” perché molte di loro saranno già state “vendute” o “sposate forzatamente” in Nigeria o oltre confine.

Da aprile sono passati quasi sei mesi ed è improbabile che siano state tenute tutte assieme e che si sia resistito alla tentazione o alle richieste di qualche notabile, di qualche finanziatore o di qualche religioso esigente. Ma nonostante tutto una intesa sarebbe positiva e potrebbe essere, come detto, realistica.

Nigeria 2

Photo by Nina Matthews PhotographyCC BY 2.0

Da circa un mese non si hanno notizie del sanguinario capo di Boko Haram, quell’Abubakar Shekau che è stato dato per morto in un combattimento sulla frontiera con il Camerun.

La sua uccisione non è mai stata né smentita né confermata ma vista la propensione di questo personaggio ad apparire in video postati su internet, la notizia potrebbe essere vera. Almeno lui, o qualche suo fedelissimo, avrebbe dovuto smentire.

Inoltre la tregua e la possibile liberazione delle ragazze è stata diffusa dopo una trattativa, pare con la mediazione del Ciad. Una trattativa condotta da un certo Danladi Ahamadu, personaggio sconosciuto finora che si è auto definito segretario generale di Boko Haram.

Questa notizia potrebbe confermare la morte di Abubakar Shekau o la sua uscita di scena a vantaggio di un personaggio o di una fazione più moderata o più favorevole al negoziato.

Infine a supportare queste ipotesi ci sarebbe il fatto che da circa un mese Boko Haram ha rallentato sensibilmente il ritmo e la gravità dei suoi attacchi in Nigeria. Insomma gli elementi per essere ottimisti ci sono tutti ma nonostante questi bisogna essere cauti.

Boko Haram è sempre stata una organizzazione surreale, sanguinaria e molto rissosa al suo interno. Gli accordi potrebbero essere stati fatti con una fazione non maggioritaria o che non ha in mano il comando, o che militarmente non è in grado di guidare l’organizzazione. Solo il tempo potrà farci capire. Ma almeno qualcosa si è mosso.

Immagine in evidenza: photo by Tim GreenCC BY 2.0

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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