Watergate, morto a 93 anni Ben Bradlee, ex direttore del ‘Washington Post’

Pubblicato il 22 Ottobre 2014 alle 12:32 Autore: Felice Tommasino
bradlee watergate

“La verità prima di tutto”. Questo era il motto di Ben Bradlee, il direttore del “Watergate” scandalo che segnò la storia degli Stati Uniti e del giornalismo. L’ex direttore del Washington Post si è spento ieri all’età di 93 anni. Aveva lasciato il Post nel 1991 e da anni soffriva di Alzheimer e demenza senile.

NON SOLO WATERGATE

Fu lui a spingere Carl Bernstein e Bob Woodward all’inchiesta che portò allo scandalo Watergate. “Un vero amico e genio” hanno scritto i due cronisti sul Post. L’inchiesta sullo spionaggio al Partito Democratico portò alle uniche dimissioni di un presidente nella storia degli Stati Uniti. In seguito allo scandalo, infatti, Richard Nixon nel 1974 si dimise. E l’inchiesta permise anche al Washington Post di guadagnare il premio Pulitzer.

Ma, oltre al Watergate, a Bradlee vanno riconosciuti anche altri meriti. Nel 1971, insieme a Katharine Graham, allora editore, decise di pubblicare alcuni articoli basati sui “Pentagon papers”, le 7000 pagine di documenti top-secret sulla guerra in Vietnam. L’amministrazione Nixon cercò di bloccarne la pubblicazione, ma la Corte Suprema accolse la richiesta del Washington Post e del New York Times e gli articoli vennero pubblicati.

nixon watergate

PUNTO DI FORZA

La continua ricerca della verità, che è stata il vero punto di forza di Bradlee si è dimostrata anche suo punto debole. All’inizio degli anni ’80, infatti, una sua giovane reporter, Janet Cooke, scrisse la storia di un bambino di 8 anni tossicodipendente. La cronista vinse con quest’articolo il premio Pulitzer nel 1981, ma furono in molti a dubitare della veridicità della vicenda. In seguito la Cooke rivelò che la storia era stata inventata. Restituì il premio e si dimise dal Post. “La credibilità di un giornale è il suo bene più prezioso e dipende molto spesso dall’integrità dei suoi giornalisti” dichiarò all’epoca lo stesso Bradlee.

Con lui in redazione, prima come capo redattore poi come direttore, il Washington Post vide raddoppiare le vendite e anche il numero di redattori. Bradlee allargò la rete dei corrispondenti nel mondo e creò nuove sezioni del giornale. Alcune come “Style” vennero poi copiate da altri giornali.

IL CORDOGLIO DI OBAMA

Obama, appresa la notizia della morte dell’ex direttore, ha detto: “Lo standard che fissato – per onestà, obiettività e racconto meticoloso – ha incoraggiato molti altri ad intraprendere la professione”. Bradlee era stato anche amico di J.F. Kennedy grazie al quale iniziò a farsi strada nel mondo del giornalismo.

La sua figura è stata interpretata dall’attore Jason Robards nel film premio Oscar nel 1976 “Tutti gli uomini del presidente”, che ripercorre le vicende del Watergate.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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