Ue: Italia ultima della classe. Juncker replica a Renzi: “Porti rispetto”

Pubblicato il 4 Novembre 2014 alle 13:21 Autore: Antonio Atte

Previsioni economiche dell’Ue sull’Italia per niente incoraggianti soprattutto sul fronte del debito pubblico.

Nonostante il taglio del cuneo, la pressione fiscale nel nostro Paese, legata “a un aumento delle tasse ‘corporate’ e a una maggiore ritenuta sulle rendite finanziarie”, è destinata ad aumentare. A sostenerlo è la Commissione europea, che oggi ha presentato a Bruxelles le stime previsionali di autunno.

La pagella dell’Italia, manco a dirlo, è da ultima della classe. Secondo le precedenti stime Ue, nel 2014 l’economia del Belpaese sarebbe dovuta crescere dello 0,6%: e invece, entro la fine dell’anno, il Pil avrà una contrazione dello 0,4%. Nel 2015 la ripresa sarà “fragile”: +0,6% contro l’1,2% auspicato in precedenza.

Il tasso di disoccupazione non solo “resta elevato ai suoi livelli storici” riflettendosi “nell’attività economica depressa”, ma nel 2015 dovrebbe subire addirittura un peggioramento, salendo al 12,6% contro la previsione del 12,4.

debito pubblico

Il rapporto deficit/Pil resta ancorato al 3% per il 2014, entro i limiti del Patto (l’Italia, a inizio anno, aveva promesso il 2,6). Nel 2015 il deficit potrebbe scendere al 2,7% “dopo aver incorporato la legge di stabilità e le misure addizionali annunciate il 27 ottobre, e sostenuto dal calo della spesa per interessi”. Il deficit 2016 sarà, quindi, al 2,1% del Pil: il governo Renzi aveva promesso lo 0,8.

DEBITO PUBBLICO AL 133,2%

Il debito pubblico si assesta sul 133,2% contro le precedenti stime che lo fissavano al 133,7%. La riduzione è dovuta al nuovo sistema di calcolo ESA2010. Ma per l’Italia non c’è da brindare: nel 2015, infatti, il debito salirà al 133,8% per poi calare, nel 2016, al 132,7. L’anno successivo, il 2017, dovrebbe essere quello del tanto sospirato pareggio di bilancio. Alla luce di questi numeri, però, è improbabile che l’Italia riesca a conseguirlo senza ulteriori interventi.

LA SITUAZIONE DELL’EUROZONA

“Rischi al ribasso sulle prospettive di crescita dominano ancora sulla scorta delle tensioni geopolitiche, la fragilità dei mercati finanziari, e il rischio di attuazione incompleta delle riforme strutturali”, sottolinea la Commissione, che prevede per la zona euro una crescita dello 0,8% nel 2014 e dell’1,1% nel 2015. Tra i principali Stati membri della zona euro, piccoli margini di crescita per la Spagna, stagnazione duratura in Francia e “ripresa deludente” per la Germania, dopo un primo trimestre molto forte.

LA FRECCIATINA DI JUNCKER A RENZI

“A Renzi dico che non sono il capo di una banda di burocrati: sono il presidente della Commissione Ue, istituzione che merita rispetto, non meno legittimata dei governi”. Così Jean Claude Juncker rispondendo ad una domanda del capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber in merito alle parole di Renzi a margine dell’ultimo Consiglio europeo. Juncker ha poi aggiunto: “Sono sempre stato convinto che i Consigli europei servano per risolvere i problemi, non per crearli. Personalmente prendo sempre appunti durante le riunioni, poi sento le dichiarazioni che vengono fatte fuori e spesso i due testi non coincidono. Sibillina la chiusura: “Se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso”.

 

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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