Ebola: un colpo durissimo al cuore dell’Africa

Pubblicato il 12 Novembre 2014 alle 08:53 Autore: Raffaele Masto
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Ebola è una emergenza sanitaria. Non c’è dubbio. Ma in Africa l’impatto di questa epidemia va ben oltre le già gravissime conseguenze sanitarie.

Ebola e la cultura africana

Ebola sta disgregando la struttura sociale dei paesi che ha colpito. Per gli africani il contatto è fondamentale. La promiscuità delle periferie delle megalopoli, dei mezzi pubblici, delle discoteche popolari sono subite, certo. Ma anche ricercate.

Con ebola tutto è cambiato. Il contatto, la vicinanza sono pericolose, potrebbero essere mortali. E’ una sorta di ripiegamento interiore per gli africani. E’ come se si fosse spenta una luce. O, meglio: è come se una luce luminosa si fosse trasformata in quella di una fioca lampadina da poche candele.

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Photo by NIAIDCC BY 2.0

Ebola e i funerali

Per gli africani la morte non è qualcosa di “finale” come lo è per la nostra cultura razionale e materialista. La morte è un momento della vita, un passaggio che non porta al nulla, ma ad un altro stadio dell’esistenza. Gli antenati fanno parte della comunità, vivono nel villaggio, nel barrio, nello slum, nella baraccopoli. Ecco perché i riti funebri in Africa sono così intensi e vissuti senza quel dolore e quella sofferenza ostentate con le quali li viviamo noi occidentali. Ecco perché lavare i cadaveri è così importante, ecco perché il morto rimane tra i vivi così a lungo.

Con ebola tutto questo non si può fare. Il cadavere è infetto, anzi dopo la morte è il momento in cui ebola è più virulenta. I morti vanno immediatamente seppelliti, non vanno lavati, non vanno toccati a mani nude. Una cosa innaturale per gli africani.

Ebola e la vita che nasce

Una donna che partorisce in Africa è sacra. È la vita che arriva. Merita che il villaggio si fermi, merita che la levatrice faccia chilometri a piedi per facilitare la nascita, merita che le donne si dedichino alla partoriente. Con ebola una donna che partorisce è pericolosa: stilla sangue, gocciola sudore, può lacerarsi, produce latte per il neonato. Liquidi corporei che potrebbero essere infetti.

L’impatto di ebola sull’economia

Infine ebola è anche una devastazione dal punto di vista economico. Nonostante i profeti della “crescita”, l’Africa vive ancora di economia di sussistenza: vendita e acquisto di poche cose, di prodotti minimi. Si acquistano “qui” e si vendono “là”, ci si sposta, ci si incontra, ci si muove. Ebola impone di limitare gli spostamenti e gli incontri. Un colpo durissimo per gli africani.

Insomma questa epidemia predica e impone l’isolamento ad un continente che fa della comunicazione, della solidarietà, dei contatti la sua forza. Un colpo durissimo, appunto.

Immagine in evidenza: photo by NIAIDCC BY 2.0

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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