Nigeria, il petrolio non è eterno

Pubblicato il 1 Dicembre 2014 alle 08:41 Autore: Raffaele Masto
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La caduta del prezzo del petrolio danneggia ovviamente tutti i paesi petroliferi. Ma alcuni sono più danneggiati. La Nigeria arriva a questo appuntamento, che del resto era quasi atteso, in condizioni drammatiche.

La Nigeria e il petrolio

Secondo gli esperti di Deutsche Bank, per coprire le spese di bilancio alla Nigeria serve il petrolio a 120 dollari al barile. L’Economist Intelligence Unit, un gruppo di esperti che fa riferimento all’omonimo settimanale britannico, prevede che nel 2015 le entrate di Abuja derivanti dalle esportazioni di greggio non supereranno i 67 miliardi di dollari, vale a dire il 18 per cento in meno rispetto all’anno scorso.

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Photo by Jeff Attaway – CC BY 2.0

Gli investitori lasciano la Nigeria

Questa crisi per la Nigeria non è affatto congiunturale. Le grandi compagnie già da qualche tempo stanno disinvestendo dal Delta del Niger, la regione petrolifera del paese. Per ragioni di sicurezza ma anche perché negli equilibri geo-strategici che vanno profilandosi il petrolio utile sarà sempre di più quello sulla costa opposta africana, cioè sulla dorsale del Pacifico, vista la vicinanza con le economie emergenti dell’Asia. E poi ormai di petrolio se ne trova dappertutto tanto che per molti analisti il trend del futuro sarà appunto quello di un prezzo al barile costantemente sotto i 70 dollari.

La svalutazione della moneta nazionale

Per la Nigeria è realmente una crisi gravissima e strutturale dato che oltre l’ottanta per cento del suo Pil è costituito dalle esportazioni petrolifere e dall’indotto di questo settore. Per ora l’unica misura che si profila all’orizzonte è un provvedimento di emergenza, contingente: la svalutazione della moneta nazionale che è già stata deprezzata dell’8 per cento rispetto al dollaro la settimana scorsa. Certo.

Elezioni e Boko Haram

Ci si avvicina alle elezioni di febbraio e nessuno si può permettere di mostrare una economia e un paese in grave crisi. Ma le cose stanno diversamente. Anche sul fronte terrorismo la Nigeria non è messa bene. Boko Haram continua a espandere il proprio “califfato” nelle regioni del nord al confine con Niger, Ciad e Camerun e continua a sferrare attacchi clamorosi e sanguinosi come quello alla Moschea di Kano con oltre 120 morti. Da qui a febbraio la situazione può solo peggiorare.

Immagine in evidenza: Photo by Jeff Attaway  – CC BY 2.0

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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