Mafia Capitale, ecco il tariffario del magna-magna romano

Pubblicato il 4 Dicembre 2014 alle 13:31 Autore: Antonio Atte

Dagli appalti pubblici comunali alle municipalizzate per le aree verdi. Dalla raccolta dei rifiuti al settore dell’immigrazione (campi nomadi e centri d’accoglienza per i profughi). Rom, monnezza, palazzi e giardinetti: tutto fa brodo per la cricca di Mafia Capitale, la “società dei magnaccioni” finita nel mirino della Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone.

Secondo i pm, la banda di Massimo Carminati – il “Nero”, l’ex Nar della Magliana finito agli arresti assieme ad altre 36 persone – è una fitta ragnatela di intrallazzi e corruzione. Un meccanismo ad orologeria ben oliato in cui ognuno, dai politici collusi agli imprenditori compiacenti, è chiamato a fare la sua parte in cambio di laute prebende. La stecca – 2,5% del valore dell’appalto – è “para pe’ tutti”, proprio come recitavano i gaglioffi di Romanzo Criminale.

mafia capitale

Mafia Capitale, ecco il libro nero della Cupola

Nel libro paga della cupola romana, rinvenuto dai Carabinieri del Ros a casa di Nadia Cerrito (segretaria di Salvatore Buzzi, braccio destro di Carminati), ci sono nomi e cognomi di politici, uomini d’affari e persone da far assumere.

Per Franco Panzironi, ex ad di Ama, il compenso era di 15mila euro mensili, più una tangente da 120mila per aver pilotato una gara d’appalto a favore di Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno”: come servizio accessorio offerto dalla ditta, spunta anche una rasatura del prato di casa Panzironi. A Pucci andavano 5mila euro al mese. Stesso compenso per Luca Odevaine, ex segretario di Veltroni e funzionario della provincia: al suo uomo di fiducia, Mario Schina, parcella di 1.500 euro. Solo mille, invece, per Figurelli, l’uomo che aveva messo in contatto Buzzi con Mirko Coratti, presidente dell’assemblea capitolina ora dimissionario, al quale l’uomo di Carminati promette ben 150mila euro “se sblocca un pagamento di 3 milioni di euro sul sociale”.

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Mafia Capitale, il ruolo di Riccardo Mancini

“Er ciccione, Mancini… è lui che ce sta a passa’ i lavori buoni e je damo le steccate (le tangenti, ndr)”, rivela Buzzi in un’intercettazione. Riccardo Mancini – in manette per corruzione e associazione mafiosa – è l’ex ad dell’Ente Eur, nonché punto di riferimento di Alemanno tra il 2008 e il 2013 nell’ambito della Mobilità del Comune di Roma. Buzzi racconta anche di 75 mila euro versati per le cene elettorali dell’ex sindaco e di presunti bonifici indirizzati a Nuova Italia, la fondazione dell’ex primo cittadino. Proprio ieri sera, ospite di Bruno Vespa, Gianni Alemanno si è difeso così dalle accuse: “In campagna elettorale ho speso 2 milioni di euro: 1,5 milioni di finanziamenti privati e mezzo milione di debiti che ho ancora addosso, perché il Pdl non mi ha aiutato. Ho dovuto anche vendere una casa e aprire un mutuo per rientrare delle spese, sono uscito da sindaco di Roma più povero di prima”.

Insomma, nelle mille e passa pagine dell’ordinanza di custodia cautelare c’è di tutto e di più. Ma l’impressione è che si tratti solo dell’incipit di un gigantesco, criminoso Romanzo Comunale.

Il ministro Poletti si difende

“Sto male nel vedere il mio nome messo vicino alle schifezze che ci sono. Sono indignato. Quelle cose non c’entrano nulla con il sottoscritto, sentirsi messa in discussione la propria reputazione è intollerabile”. Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti commentando la fotografia che lo ritraeva accanto a Salvatore Buzzi.

Anticorruzione creerà pool esperti

L’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone – che oggi ha incontrato il sindaco Ignazio Marino – costituirà al proprio interno un pool di esperti per analizzare possibili appalti sospetti legati all’inchiesta Mafia Capitale.

Capogruppo Forza Italia Roma si dimette

“Ho comunicato ai miei colleghi la decisione di rassegnare le mie dimissioni da capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio perché intendo dedicarmi con tutto il mio impegno alla difesa della mia onorabilità e della mia storia politica, caratterizzata da coerenza, impegno sociale e lealtà: principi che mi sono stati insegnati e ai quali mi sono sempre ispirato”. Lo dichiara, in una nota, il Capogruppo di Forza Italia della regione Lazio Luca Gramazio. “Mantenendo la mia posizione potrei alimentare facili e strumentali polemiche che, fatalmente – aggiunge – coinvolgerebbero anche il mio partito. È per questo che intendo fare un passo indietro, mentre resta assolutamente inalterata la mia fiducia in una giustizia celere che possa far luce sulla verità e, inevitabilmente, escludermi da vicende che non mi appartengono”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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